I cinque film in cui Gary Oldman interpreta magistralmente i cattivi della storia: da JFK - Un caso ancora aperto a Il quinto elemento.
Gary Oldman recita dalla fine degli anni '70: in tutti questi anni, si è reso protagonista di interpretazioni degne di nota. Un attore versatile, in grando di interpretare tanti tipi di personaggi. Gli vengono spesso assegnati ruoli da antagonista a causa del suo approccio unico, eccentrico ed estremamente umanizzante verso i cattivi dei film. I cattivi di Oldman passano, in maniera naturale, da espressioni sottili a teatralità esagerate, enfatizzando la profondità e la complessità del personaggio. Ecco i cinque migliori villain interpretati da Gary Oldman.
JFK - Un caso ancora aperto (1991)
Anche se Lee Harvey Oswald potrebbe non essere un classico cattivo da film, è certamente un nemico della nazione e un assassino di uno dei leader americani più famosi della storia. Quando Oliver Stone scelse Gary Oldman per il ruolo del giovane ed emotivamente isolato assassino di JFK, diede al personaggio un senso di profondità che altri attori probabilmente non gli avrebbero conferito.
L'Oswald di Oldman è pieno di tratti contraddittori: ha un'indole sdolcinata che fa a cazzotti con la sua parte piùà solitaria e distruttiva. Il suo approccio metodologico allo stato d'animo del personaggio, insieme a precise inflessioni vocali e manierismi, ha permesso di mostrare al pubblico diversi lati di questo abile assassino.
Dracula di Bram Stoker (1992)
Pochi ruoli cinematografici sono iconici come il conte Dracula e pochi attori danno al ruolo la stessa profondità e dignità di Oldman nel film di Francis Ford Coppola del 1992. Un ruolo così riconoscibile come quello di Dracula richiede un certo equilibrio tra tradizione e innovazione e l'attore è riuscito a mantenerlo, sia nella versione anziana del personaggia che in quella più giovane e nelle varie manifestazioni demoniache che seguono.
Oldman riesce a mantenere l'essenza del personaggio attraverso ciascuna delle sue trasformazioni, da vecchio a giovane, da bestia a un'altra bestia, esprimendo allo stesso tempo i tratti distinti di ogni forma rappresentativa, mediante cambi di tono della voce, nel linguaggio del corpo e nel comportamento, ma crea cambiamenti molto impegnativi tra le scene. Oldman, dunque, riesce a creare un Dracula che è tanto pietoso quanto assetato di sangue. È in conflitto, con il cuore spezzato, motivato dall'amore e nonostante sia una creatura non morta ed empia della notte, mantiene almeno una parvenza di umanità.
Una vita al massimo (1993)
Il film di Tony Scott, scritto da Quentin Tarantino, è considerato uno dei più influenti degli anni '90 e, sebbene abbia un cast composto da grandi stelle, il personaggio di Gary Oldman, il magnaccia bianco Drexl che emula l'immagine stereotipata di un gangster afroamericano, è probabilmente il cattivo più popolare.
Un personaggio goffo, come il vampiro Dracula, sembra intenzionalmente oscuro, un tratto che rende il personaggio più misterioso ma anche più credibile. Drexl è un enigma che il protagonista Clarence deve risolvere ad ogni costo. E, in un breve lasso di tempo, il personaggio diventa una presenza importante, con anche le sue espressioni umoristiche che servono a intimidire, mentre esprime un senso di falsità e inganno, nonché un desiderio di essere all'altezza dello stereotipo violento che emula.
Léon (1994)
Quasi subito dopo le riprese del film Una vita al massimo, Gary Oldman interpreta un altro cattivo moderno nel film di Luc Besson, questa volta nel ruolo di un disonesto agente della DEA che è probabilmente più violentemente sociopatico di qualsiasi personaggio che avesse interpretato in precedenza. La storia coinvolge un sicario della mafia che usa le sue abilità per proteggere una bambina del posto dall'agente disonesto Stansfield, che uccide l'intera famiglia per presunto furto di suo padre.
Il quinto elemento (1997)
La pellicola, diretta da Luc Besson tre anni dopo aver scelto Oldman nel ruolo dell'agente Stansfield in Léon, spinge l'attore oltre il genere poliziesco, nello spazio infinito della fantascienza e del fantasy, nei panni di un capo di una società intergalattica che serve segretamente una sfera di energia conosciuta come "il Grande Male".
Zorg è come un incrocio tra un barone rapinatore e uno scienziato pazzo, anche se più terrificante di entrambi. Parla velocemente ma con una lisca insolita, esibisce una serie di gesti strani e sfoggia un taglio di capelli che sembra la frangia dritta di un nerd stereotipato da un lato e il taglio di un bullo dall'altro. E come altri cattivi popolari che Oldman ha interpretato è casualmente violento e in definitiva imprevedibile.