Non sono gli immigrati, ma i robot e le macchine a sottrarre lavoro agli uomini: lo sostiene il grande regista James Cameron che discute dell'azione dei "Terminator" moderni.
A più di trent'anni dall'uscita nelle sale di Terminator, il suo regista, James Cameron parla di come i robot agiscano nella vita di tutti i giorni degli esseri umani, sottraendo loro anche il lavoro. Certamente, non viene negata l'importanza dell'evoluzione tecnologica che, per molti aspetti della vita, è fondamentale: dalla sanità, al lavoro, dalla computer grafica alla scienza e, non di meno, per il cinema. Cameron, però, tiene a precisare il suo punto di vista in merito.
James Cameron, dal film Terminator ai robot odierni
Dal 1984, anno di uscita di Terminator, ne sono cambiate di cose dal punto di vista tecnologico. Si sono compiuti, infatti, molti passi avanti e la tecnologia è entrata a far parte, completamente, della vita degli uomini. In Terminator, come in altri film di stampo fantascientifico, i registi hanno sempre cercato di individuare macchine, alieni e soggetti che avessero come obiettivo quello di distruggere l'intera umanità.Intervistato di recente, Cameron ha dichiarato che la realtà immaginata all'epoca per la realizzazione del suo film non è nulla in confronto allo scenario che si è delineato oggigiorno e, per questo, si dice molto preoccupato per il futuro. Il regista di Avatar, infatti, ha ammesso quanto segue:
Penso che oggi quella minaccia sia molto più vera di quanto lo fosse nel 1984 quando ho realizzato il film. Ora stiamo assistendo alla perdita di numerosi posti di lavoro per via delle macchine. Molti accusano gli immigrati di rubarci il lavoro, ma in realtà non sono loro. Sono le macchine!
Robot umanoidi e intelligenza artificiale rubano il lavoro all'uomo
Non sono, dunque, gli immigrati a sottrarre lavoro alle persone – come in molti sostengono, in prevalenza politici di determinate fazioni – ma le macchine. Lo pensa fermamente Cameron, il quale vede nell'intelligenza artificiale una minaccia reale e tangibile. Ad avere la stessa opinione, l'imprenditore sudafricano Elon Musk.
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