L'intervista a Raffaele Carpentieri, la voce italiana di Ben Hur

L' intervista a Raffaele Carpentieri il doppiatore italiano che ha prestato la sua voce al personaggio di Ben Hur

Popcorntv oggi vi porta nel mondo del doppiaggio e lo fa in compagnia di un giovane e talentuoso attore e doppiatore, Raffaele Carpentieri attualmente presente nelle sale cinematografiche italiane con la pellicola Ben Hur. Oggi proviamo a raccontarvi da vicino il mondo dei doppiatori che con le loro voci danno vita a personaggi già noti o sconosciuti sul piccolo e grande schermo, voci capaci di emozionare e che molto spesso hanno anche contribuito alla fama di grandi divi internazionali. 

Iniziamo svelandovi un volto e la storia di chi si cela dietro quest’arte ed il percorso che vi raccontiamo oggi è proprio quello di Raffaele Carpentieri perché somiglia a quello di tanti giovani del Sud Italia che, mossi da una sconfinata passione e determinazione hanno deciso di tentare di realizzare il proprio sogno. Dotato senza dubbio di un talento naturale che egli stesso ha saputo fin da subito, riconoscere e migliorare nel tempo grazie ad una solida e costante preparazione, Carpentieri è il risultato di come la volontà, il lavoro e molti sacrifici siano davvero il giusto mix per sfondare.

Attualmente sei nelle sale italiane prestando la voce a BEN HUR, cosa ti ha maggiormente colpito di questo personaggio? 
"Quello che più mi ha colpito di questo personaggio è la trasformazione che ha durante il film. Il primo Ben Hur è il principe ricco con privilegi, con una famiglia amorevole e nessun problema di sorta. Il secondo Ben hur invece è un animale, ridotto in schiavitù sulle galee  e completamente trasformato sia da un punto di vista fisico che mentale. L’attore, Jack Huston è molto bravo e con Carlo Cosolo (il direttore di doppiaggio) abbiamo cercato di rendere in italiano anche la stessa vocalità, con  “le corde” di Ben Hur segnate dal tempo e dall’odio covato per 5 anni". 

Come ti sei preparato al doppiaggio di questo film?
"Ho letto il romanzo di Wallace tutto d’un fiato in una notte, il momento migliore secondo me per leggere un buon libro. Poi ho rivisto il film del ’59 con Charlton Heston, un capolavoro vero, vincitore di ben 11 Oscar. Fatto questo, ho cercato di dimenticare tutto avendo però la visione d’insieme della storia. In sala doppiaggio il lavoro è stato minuzioso e ricercato nei minimi particolari: si è lavorato su ogni fiato, ogni battuta, ogni respiro. In questo è stato fondamentale il direttore Carlo Cosolo che mi ha guidato per 2 settimane lungo un percorso intenso e affascinante. E con Carlo è nato un feeling vero e una collaborazione perfetta. Gli devo davvero molto".

Un aneddoto divertente da raccontare in sala registrazione?  
"Mi cogli impreparato. Di divertente c’è sicuramente stato il lavoro, abbiamo lavorato con la massima serenità e intensità allo stesso tempo, creando cosi un clima perfetto. Posso dire che alla fine dell’ultimo turno mi sono emozionato e non sono riuscito a trattenermi. Avrei voluto restare in sala almeno altre 2-3 settimane. Eravamo una squadra vera: direttore, assistente, fonico e attore. Spero che capiti di nuovo presto un altro lavoro simile, amo troppo questo lavoro". 

C’è un personaggio che hai doppiato a cui è legato in modo particolare?
"Il primo personaggio fisso che ho doppiato in una serie e che ancora doppio: Podrick Payne del Trono di Spade. E’ un personaggio che mi ha affidato Sandro Acerbo e che ha cominciato in sordina. Sandro, un altro direttore a cui devo molto, ha creduto in me e ha continuato a farmelo doppiare anche quando è diventato un personaggio centrale della serie".

Un consiglio per un aspirante doppiatore?
"Lavorare tanto sulla recitazione, frequentando buone scuole e se possibile “calpestare” un palco. Il palcoscenico, il pubblico, la preparazione attoriale ad una messa in scena ti fa crescere, toglie inibizioni, ti fa affrontare paure e ti fa essere pronto a superare gli ostacoli. Nel doppiaggio, tutto questo bagaglio bisogna poi incanalarlo in una sala buia e in un microfono. E’ difficile, non tutti ci riescono o sono portati, quindi non bisogna vedere questo lavoro come un’alternativa ma al massimo come un completamento e una specializzazione del lavoro attoriale. Quindi per farla breve bisogna essere attori, allenarsi costantemente e non mollare di un centimetro. E soprattutto, anche se le cose dovessero andare bene, la cosa più importante secondo me è: mai sentirsi arrivati! Un attore non smette mai di imparare, un attore ricerca, sperimenta, attinge da tutti e cerca di migliorarsi giorno dopo giorno, cercando di superare ogni volta i propri limiti. E’ il bello di questo mestiere che per me resta il più bello del mondo!".

Prossimi impegni?
"In questi giorni al cinema è in proiezione un altro film che ho doppiato con Ludovica Modugno dal titolo “L’effetto acquatico” in cui doppio il personaggio di Daniel, un tipo un po’ “bizzarro”. In tv invece sono già in onda le serie “Prisoners of War” (su Mediaset Premium e Infinity)  in cui doppio uno dei protagonisti “Yinon Noni Meiri”; “BrainDead” in onda su Rai 2 in cui doppio il Dottor Dexter Wu e la serie “The Get Down” in onda su Netflix  in cui doppio il personaggio di Little Wolf.. In questi giorni invece sto lavorando costantemente al doppiaggio di alcune serie: “Anima Kingdom” , “Dead of Summer”, “Goliath” e “Red Oaks” che andranno in onda a breve. Tra qualche mese riprenderò il doppiaggio di due serie che doppio da alcuni anni e a cui sono molto legato: “Il trono di spade”, in onda su Sky in cui doppio lo scudiero Podrick Payne e “The Originals”, in onda su Mediaset in cui doppio il vampiro Josh Rosza".