L'eccezione alla regola: la storia di Howard Hughes torna sul grande schermo

A 13 anni dall'uscita di The Aviator, film diretto da Martin Scorsese e con Leonardo di Caprio, il cinema americano torna a parlare del regista Howard Hughes.

A 13 anni dall'uscita di The Aviator, fortunatissimo film diretto da Martin Scorsese e interpretato da Leonardo di Caprio, il cinema americano torna a parlare di Howard Hughes. E lo fa con L'eccezione alla regola, commedia romantica scritta, diretta e interpretata da Warren Beatty e arrivata nelle sale italiane il 27 aprile. Ambientata nel 1958 a Hollywood, la trama è incentrata sulla storia d'amore tra la giovane e devota aspirante attrice Maria Mabrey (Lily Collins, figlia del celebre batterista e cantante Phil) e il suo autista Frank Forbes (Alden Ehrenreich, futuro interprete di Han Solo in Star Wars). Una storia d'amore a cui fa sfondo la vita dell'eccentrico milionario Howard Hughes interpretato da Beatty stesso.

Regista, produttore cinematografico, aviatore, proprietario di terreni e locali a Las Vegas, Hughes porterà i due giovani innamorati nel suo strano ed eccentrico mondo e guidato dal principio che non devono esserci relazioni tra i dipendenti e le attrici che sostiene, cercherà di interferire nelle loro vite e nella loro relazione.

Regole esplicite a cui si aggiungono quelle morali legate alla cultura religiosa di Maria e alla situazione sentimentale di Frank, già impegnato in una relazione. Una serie di imposizioni sempre più difficile da sopportare per i due protagonisti che arriveranno a domandarsi se siano proprio loro la famosa “eccezione alla regola” che dà il titolo al film.

Sullo sfondo, l'enigmatica figura di un Howard Hughes cinquantaduenne reso ancora più eccentrico e sfuggente dalla direzione e dall'interpretazione di Warren Beatty. Un Beatty in grande forma che riesce a creare forse il miglior ritratto mai realizzato della personalità di Hughes.

Le inquadrature in penombra, la presenza e l'assenza, gli interventi carismatici diventano una fotografia molto fedele di ciò che ha rappresentato Howard Hughes nella storia e nell'immaginario americani: un magnate, un pioniere del cinema e dell'intrattenimento ma anche un uomo dal carattere folle e instabile con cui era difficile rapportarsi e intrattenere relazioni durature.

È il ritratto del milionario l'aspetto che più convince ne L'eccezione alla regola. Un film che vuole raccontare un Howard Hughes totalmente inedito e molto diverso da quello presentato 13 anni fa da Scorsese e che vuole farlo prendendo come spunto una storia d'amore fra due giovani ingenui catapultati nel lucente mondo di Hollywood e finiti alle dipendenze del magnate.

Una figura costruita sulla dicotomia tra assenza e presenza e il cui carisma nasce proprio da questo alternarsi di momenti. È facile paragonare l'interpretazione che Beatty fornisce di Hughes e il suo stesso modo di vestire i panni da star di Hollywood. Poche apparizioni, una ricerca della privacy fuori dai riflettori del mondo del cinema a cui fanno da contrappunto poche e selezionate uscite in pubblico in cui gli interventi non fanno che aumentare il carisma e l'aura di mistero intorno al personaggio

Convincono meno lo stile e “i tempi” del film e la storia d'amore principale. Un lavoro che a tratti sembra rivolgersi su sé stesso togliendo ritmo alla narrazione e che non riesce ad attualizzare i canoni del cinema del passato su cui è esplicitamente costruito

Le vicende dell’autista personale e dell'aspirante attrice alla corte di Hughes ricalcano i cliché della classica storia d'amore che abbiamo imparato a conoscere nel cinema americano: equivoci, errori, un continuo tira e molla che molto spesso rallentano in maniera eccessiva la fluidità della pellicola.

Resta la grande capacità di Beatty di lettura e interpretazione di un personaggio che ha segnato in maniera indelebile l'immaginario statunitense, un vero e proprio emblema del sogno americano che in tutta la sua lucida follia ed eccentricità ha stimolato lo spirito d'iniziativa di moltissime persone.