I 5 cattivi più spaventosi del cinema

Ecco una lista di cinque super cattivi del grande schermo che incutono timore non appena si incrocia il loro sguardo.

C'è qualcosa nella paura che ha un potere magnetico. Anche se le persone dicono di odiare la paura, dobbiamo essere onesti con noi stessi, visto che cerchiamo qualche brivido un po' tutti, di tanto in tanto. E quale modo migliore per cercare emozioni se non con i film? Con questi 5 cattivi del cinema, sicuramente la parola "spavento" sarà un eufemismo.

Personaggi cattivi dei film

Alex DeLarge (Arancia Meccanica, 1971): negli anni successivi alla pubblicazione di Arancia Meccanica di Stanley Kubrick abbiamo visto uno sfortunato aumento della quantità di comportamenti criminali da parte dei giovani.

Dal momento in cui Alex DeLarge e la sua banda sono arrivati al cinema con i loro atti di ultraviolenza e stupro, il mondo sembra essersi destato maggiormente nell'avvertimento che Kubrick e lo scrittore Anthony Burgess hanno raccontato in questo futuro distopico che hanno evocato.

Alex è l'epitome del male e gode di ogni momento di beatitudine e paradiso che ne deriva. L'idea che qualcuno giovane come lui farebbe questo genere di cose è inquietante e lo mette su un piano diverso di cattivi cinematografici.

Il film stesso è un esame del male in ogni forma immaginabile. È qualcosa con cui siamo nati, è il risultato di una cattiva educazione, è colpa della società, è il governo da incolpare e ci sono forze religiose al lavoro che vanno oltre la nostra comprensione o è possibile una combinazione? Qualunque cosa crei il male è difficile da decifrare, ma se c'è un personaggio che incarna le molte forze che lo creano, allora Alex è quel personaggio.

Anton Chigurh (Non è un paese per vecchi, 2007): con Anton Chigurh si comprende che la mente umana è una cosa pericolosa che sembra solo diventare più contorta ogni giorno che passa.

Il personaggio rappresenta, infatti, l'essenza della mente criminale che raggiunge un punto tale che non comprendiamo. Anton va avanti, inseguendo un uomo che trasporta denaro e uccide senza pietà la maggior parte della gente sul suo cammino. Non sembra nemmeno apprezzare ciò che sta facendo, ma sa che è nel suo destino farlo.

Le sue parole sono criptiche, il suo significato non ha alcun senso per nessuno e la quantità di spargimento di sangue che sta compiendo è qualcosa a cui non sussulta nemmeno. 

Hannibal Lecter (Il silenzio degli innocenti, 1991): non crediamo che Hannibal Lecter abbia bisogno di spiegazioni, ma inutile dire che Anthony Hopkins ha fatto - con questa esibizione - ciò che pochissimi hanno fatto: ha creato una relazione completamente sovversiva e metodica con il pubblico che lo ha guardato.

Lecter è un brillante psichiatra rinchiuso in una teca di vetro a causa del suo appetito per gli esseri umani. Attraverso le sue interazioni con Clarice diventiamo vittime dei suoi giochi psicologici proprio come lei. Si prende il suo tempo e lentamente si insinua nella nostra mente e ci fa rivivere le nostre esperienze più dolorose.

I villain più spaventosi del cinema

Faccia di Cuoio ossia Leatherface (Non aprite quella porta - Parte 3, 1974): Leatherface è uno sguardo inquietante dei malati di mente. A prima vista sembra un pazzo assassino, ma col proseguire de film, vediamo qual è il suo ruolo in questa famiglia. Indossa una parrucca, un trucco femminile grottesco e si erge come la casalinga della famiglia.

La più grande forza che il film crea è la tradizione di essere "reale". Ancora oggi, molte persone pensano che questa pellicola fosse basata su una storia legittimamente vera.

La vera verità, naturalmente, è che è stato ispirato al serial killer, Ed Gein, che nel corso degli anni sarebbe stato anche l'ispirazione per diversi criminali. La vera paura del film, però, non è l'idea che sia realmente accaduto, ma piuttosto che potrebbe accadere.

Kim Soo-hyeon – (I Saw the Devil, 2010): la vendetta è qualcosa che ci consuma e avvelena la natura umana. Il vecchio cliché prevede che essa trasformi i nostri cuori in qualcosa di oscuro e ci lascia vuoti, ma la ragione per cui è un cliché è perché è portatore di tanta verità. Kim Soo-hyeon è un agente della NIS in Corea del Sud, sposato con la figlia del capo della polizia, che vive una vita onorevole e rispettosa.

Ma quando sua moglie viene brutalmente assassinata per mano di un serial killer, viene consumato dall'oscurità. Ben presto tutta quella morale che rappresenta come agente scompare e diventa un barbaro, uccidendo l'assassino di sua moglie, ma torturandolo al di là di ogni possibile limite.

Fonte immagine in evidenza: https://twitter.com/FuryBionda/status/784724523971145728?s=20