Una doppia verità: nulla è come sembra nel film con Keanu Reeves

Abbiamo visto in anteprima Una doppia verità. La recensione del film diretto da Courtney Hunt e interpretato da Keanu Reeves

Keanu Reeves e Renée Zellweger sono i protagonisti di Una doppia verità, la pellicola diretta da Courtney Hunt e ambientata prevalentemente in un tribunale. Mike Lassiter è un adolescente che, stando a quanto emerso, avrebbe ucciso il padre violento. Un caso facile, un colpevole già scritto per tutti, ma non per l’ostinato avvocato difensore Richard Ramsey, che ha promesso alla madre di scagionare suo figlio. Dopo essere stato accusato di omicidio, inizia il processo che potrebbe condannarlo in via definitiva. Successivamente Mike decide di stare in silenzio per tutta la durata del processo (o quasi), ma non prima di aver detto "andava fatto tanto tempo fa". Un’apparente ammissione di colpa che non convince però Ramsey, intenzionato a portare alla luce la verità a qualunque costo. Che il giovane stia coprendo qualcuno? Ma se tutti mentono, qual è la verità?

La recensione di Una doppia verità

Una doppia verità è un film basato su un processo per omicidio, che sembra non lasciare spazio al colpo di scena che tutti si aspetterebbero. Sarà davvero così? Sin dall’inizio infatti il colpevole pare essere il figlio della vittima, ma nel corso della narrazione si scopriranno particolari nuovi e ben delineati che metteranno in luce un’altra verità. Solo sul finale tutti i tasselli del puzzle mostreranno la vera dinamica di quanto successo ed è proprio questo elemento che permette al pubblico di mantenere l’attenzione per tutta la sua durata. Sappiamo bene infatti che, soprattutto in un film processuale, non dovrebbe mancare l’imprevedibilità. 

La pellicola racconta gli eventi accaduti nel passato, mentre i personaggi nel presente spiegano quanto successo prima dell’omicidio. Una tecnica di regia già usata più volte nel mondo del cinema e che ricorda in parte il film cult Philadelphia (solo per quanto riguarda il suddetto elemento), ma che in realtà funziona benissimo. È bene dire, infatti, che la regista ha avuto la brillante idea (seppur non particolarmente originale) di mostrare solo determinati fatti, che comunque raccontano la semplice verità. Courtney Hunt, quindi, è stata abile a mettere in luce solo al termine del film alcuni meccanismi che, se svelati dall’inizio, avrebbero reso facile comprendere chi fosse il vero colpevole sin da subito.

Il film si avvale di una colonna sonora accattivante, che a tratti trasmette una certa dose di tensione e, allo stesso tempo, è in linea con lo svolgersi degli eventi. Contribuisce alla riuscita della pellicola anche una fotografia pulita e composta da tonalità prevalentemente calde, una sceneggiatura fatta da dialoghi diretti e incisivi, in grado di creare suspance nel pubblico, e il ritmo narrativo che oscilla da un andamento incalzante ad uno più lento. Ad emergere è il talento di Keanu Reeves, interprete dell’avvocato difensore. L’attore è risultato più credibile di Renée Zellweger la cui bravura in Una doppia verità è stata messa in ombra dalla potenza espressiva di Reeves.

Voto: 7.5

Frase:

Tutti i testimoni mentono