Non basta solo far ridere per fare un buon film demenziale: Tonno spiaggiato, la recensione

Tonno spiaggiato nasce come black comedy, ma s'imparenta presto con il cinema demenziale omaggiando qua e là cult cinematografici, televisivi e prodotti d'animazione. Sceneggiatura povera e mal gestita. Unico pregio: le gag esilaranti

Frank Matano lo conoscono tutti, prima per essere stato fenomeno del web, poi per essere stato volto delle Iene di Italia 1 e dopo ancora giudice del talent Sky Italia's got talent. Prima di approdare al cinema da protagonista e doppiatore, Frank ha fatto la sua gavetta su youtube, dove principalmente si trastullava facendo scherzi telefonici davvero fastidiosi ma molto redditizi. Quello che ha da sempre contraddistinto Matano è stata la sua faccia di bronzo – ma si potrebbe utilizzare un termine più colorito – nell'intessere la sua comicità sulle spalle di quei poveracci a cui telefonava fingendo di essere una badante russa, un nipotino affettuoso, disturbando gente che lavora, gente che ha messo annunci di vendite, eccetera, eccetera. Una comicità dove l'importante è far ridere, senza sconti e dietrologie. C'è a chi questo tipo di comicità piace e a chi no. Intanto il Signor Matano “sfottendo” la gente con scherzi senza senso ha fatto i soldi (quelli veri, alcuni dei suoi video superano i 2 milioni di visualizzazioni).

Dopo questa gavetta di formidabile improvvisatore e di comico demenziale su youtube, il buon Matano è approdato in tv in una veste più morigerata. Ed è lì che in realtà l'ho apprezzato. In quel contesto intriso di perbenismo radical chic il Frank Matano ha brillato. Il suo far ridere così demenziale e così schietto si rispecchiava nei giudizi dati ai talenti italiani che gli si presentavano di fronte. Era l'unico che non nascondeva le sue idee anche se “scomode”, non si nascondeva dietro la lacrima facile di storie difficili che col talento non avevano nulla a che vedere, a lui interessavano solo i tipi strani, i freak che facessero ridere o anche emozionare.

In Tonno spiaggiato, uscito il 10 maggio al cinema, Matano insieme a Martinez (regista e co-sceneggiatore del film) hanno cercato di emulare film come Austin Power, Scemo + Scemo, ma anche le parodie di Scary Movie, costruendo un film basato esclusivamente sulla risata. In fin dei conti i film demenziali usano qualsiasi arma per arrivare al proprio obiettivo, che ovviamente è far rotolare dalle risate. Un'idea anarchica soprattutto nel cinema italiano dove al cinema oltre la commedia d'autore o industriali (in fin dei conti quasi tutte radical chic) non abbiamo altri esempi di cinema di questo tipo, a maggior ragione che si discostino dall'ombra del politically correct.

Tonno spiaggiato: una trama banale ma dal piglio anticonvenzionale

Dicevamo che l'attività principale di Frank Matano è quella di prendere per i fondelli le persone e questa attitudine la ritroviamo anche nel personaggio principale di Tonno Spiaggiato. La trama del film racconta di Francesco, un ragazzo che come sogno ha quello di diventare un comico, peccato che i suoi monologhi fatti di battute non sense non facciano ridere affatto. L'unica che ride è Francesca, ragazza di cui si innamora prontamente. Francesco, spinto dalla sua nuova fidanzata, prova a salire di nuovo sul palco, ma le sue battute di nuovo non fanno ridere e anzi irritano il pubblico per quanto siano stupide e noiose. Solo quando inizierà a parlare della sua fidanzata, grassa, sfottendola, il pubblico ride, e ride pure tanto. Capito questo, Francesco va avanti e colleziona una dietro l'altra battute (anzi battutacce) che più basse non ci può tutte sul peso della povera Francesca.

Peccato però che Francesca lo lascia, ovviamente è profondamente offesa – con probabilità la ragazza reagisce come molti altri avrebbero reagito se avessero saputo che erano delle vittime degli scherzi di Frank Matano. Ed è qui che nasce il vero fulcro della trama del film: Francesco vede uno spiraglio per la loro storia d'amore durante il funerale della nonna di lei e come il più stupido degli stupidi pensa che per far rivivere l'amore potrebbe bastare un funerale. Ora l'unica missione di Francesco è uccidere un membro della famiglia di Francesca e la scelta ricade sulla vulcanica e bizzarra zia Nanna.

Tonno spiaggiato: buone idee, grasse risate e un impianto debole 

Frank Matano ha firmato la sceneggiatura con Matteo Martinez, il suo unico autore con il quale è nato un sodalizio artistico nell'anno in cui il comico campano era una iena. Sembra che il soggetto di Tonno spiaggiato sia nato da uno spunto idiota e una risata fragorosa mentre i due sorvolavano la Groenlandia. Niente di più spontaneo e sano, perché l'idea è ottima e il film spesso strappa molte risate: dalla presa in giro di C'è posta per te (che nel film diventa C'è videochiamata per te), a quelle delle tre vecchiette (una che non muore nemmeno giocando con l'elettricittà, una che bestemmia fino all'infinito, una che essendo rumena non fa altro che chiedere la carità). Tonno Spiaggiata colleziona molte scene divertenti, peccato che la scrittura del film resti ancorato a quella che è la logica del web mettendo in fila una serie di gag a se stanti che danno la sensazione di essere di fronte un film immaturo e slegato.

Il plus di Tonno spiaggiato sono i fiumi di risate

Dopo un primo tempo dove non accade quasi nulla e un secondo esilarante, guardandolo nel totale ci si accorge che il film è pieno di buchi. Tonno spiaggiato perde pezzi lungo la via e nonostante duri solo 90 minuti non riesce a catalizzare l'attenzione per più di 10 minuti consecutivi. Nonostante i grandissimi difetti di sceneggiatura Tonno Spiaggiato ha dei meriti. Il film fa ridere e spesso, grazie alle battute non raffinate, anzi completamente idiote, talmente scontate che non possono non far ridere. Il plus di queste gag è l'anti-buonismo. Il duo non si mette vergogna di tirare in ballo categorie protette facendo passare un concetto molto attuale: siamo talmente schiavi del politicamente corretto che non è possibile più parlare liberamente e dire ovvietà senza essere tacciati di immoralità. Quasi a dire che l'ansia di prevenire il bullismo, il razzismo e l'omofobia abbia ammazzato il buonsenso.

Onore dunque a Matano e Martinez che attraverso una comicità irriverente offrono una risata diversa capace anche di raccontare certi aspetti di un immaginario cinematografico e televisivo, pescando qua e là e omaggiando film horror e slapstick, sbeffeggiando format televisivi e scomodando anche qualche santo. Peccato che quella in campo sia una risata fine a se stessa, ancorata alla gag del momento e schiava delle logiche da web series a cui i due sono abituati. L'altro punto, Matano e compagno lo segnano nella scelta di una colonna sonora originale e quando fanno scendere in campo il personaggio di Nanna, interpretato dalla dolcissima e bravissima Lucia Guzzardi, 91 anni e una carica incredibile. Da metà film è su di lei che si focalizza l'attenzione in Tonno spiaggiato e sul rapporto fra Nanna e Francesco. In questo contesto di assoluta anarchia della risata c'è tempo anche per ritagliare un attimo di tenerezza. Insomma dalla sala si esce sapendo di aver visto un'opera prima che probabilmente incasserà pochissimo e non resterà nella storia, ma sapendo anche di aver riso liberamente. A volte anche i tanto demonizzati youtuber possono portare una ventata d'aria fresca.

Voto 5

Fonte foto interne e di copertina: www.facebook.com/visionfilmdistribution/