Ettore cancellato da Radio 2: il post (polemico) di Michele Dalai

In un lungo post affidato alla sua pagina Facebook, Michele Dalai ha spiegato perché Radio 2 l'ha "messo in condizione di rifiutare" Ettore

Ettore, il programma di storie di personaggi reali o di finzione condotto da Michele Dalai su Radio 2, non tornerà nella nuova stagione. Lo ha annunciato il conduttore-editore-scrittore in un lungo post affidato alla sua pagina Facebook. "Ettore non riparte", ha scritto Dalai. "A dieci giorni dalla prima puntata della nuova stagione arriva la notizia che il programma è stato cancellato dal palinsesto di Radio 2. Che poi attenzione, la cosa è molto più sottile e fastidiosa, perché la scelta di non andare più in onda è del sottoscritto, messo in condizione di rifiutare per una questione elementare di dignità e decenza".

Ettore, Radio 2 cancella il programma

"L'offerta della direzione (chiamiamola offerta) – ha spiegato Dalai – era davvero poco allettante: registrare a Roma (siamo andati in onda da Milano per 3 anni, siamo tutti e 3 milanesi, a Milano c'è una sede Rai efficiente e in piena attività), senza alcun rimborso per le spese di viaggio ma soprattutto senza il regista/autore che con me ha costruito, creato e amato Ettore fin dal primo momento. Nessuna spiegazione, nessuna chiamata, solo la mediazione dei responsabili milanesi del programma, affranti".

"Ettore era stato confermato a fine giugno, a luglio e a metà agosto, quando abbiamo ricominciato a lavorare per andare in onda, a studiare personaggi e storie. Poi l'incomprensibile ma purtroppo non inatteso assalto alla diligenza, quando persone che su questa stagione, su questa serie avevano fatto affidamento si sono ritrovate improvvisamente senza una fonte di reddito certa, senza un lavoro. Perché la radio non è un hobby, in radio si lavora, seriamente. Le prime due puntate sarebbero state dedicate ad Aretha Franklin e Gino Bartali, il 15 e 16 di settembre. Non ci saranno".

Michele Dalai, Ettore non torna su Radio2

"Tutte le cose belle finiscono – ha concluso Dalai prima di ringraziare i suoi collaboratori – o almeno così pare. Ettore è stata un'isola felice in mezzo a tante brutture, un piccolo programma di racconto costruito con cura settimana dopo settimana, amato da noi che lo facevamo e dagli ascoltatori. In una radio che in tre anni ha perso 800000 ascoltatori e che elargisce generosamente quote SIAE a chi legge senza passione le colonnine di destra dei quotidiani online, abbiamo provato a onorare il concetto di Servizio Pubblico, abbiamo raccontato la Rai degli anni meravigliosi in cui qualità e successo non erano un miraggio, abbiamo raccontato la Rai di Alberto Manzi, quella che insegnava l'italiano agli italiani".

"Ettore finisce così, a dieci giorni dalla prima puntata, senza preavviso ma con una prassi consolidata, quella di una struttura che non mantiene le promesse e toglie ai poveri per dare ai ricchi. Ogni anno a pochi giorni dall'inizio della stagione (siamo sempre andati in onda senza firmare contratti, che in genere arrivano dopo un mese di lavoro), abbiamo subito piccoli tagli, cambi di orario, richieste astruse (come le dirette per un programma di racconto che va montato e arricchito di contributi audio). Abbiamo sempre accettato, per amore di Ettore, per amore degli ascoltatori di Ettore. Questa volta no, ci sono limiti imposti da dignità, decenza e razionalità. Ma soprattutto c'è la lealtà, quella di un piccolo gruppo di lavoro che non accetta di essere smembrato così, senza ragione (se non una presunta riorganizzazione tecnica), ma soprattutto senza rispetto".

"Smontare Ettore per questioni organizzative di una Radio come Radio2 è come curare un bruciore allo stomaco con un'atomica. Non ha senso. Così come non ha senso la questione degli ascolti, che comunque erano buoni: il weekend è terra di nessuno, nessuno valuta quei numeri, a nessuno interessano. Ho sempre detestato chi viene trombato e lancia altissime grida di sdegno, li ho sempre trovati goffi. Lo stile di Ettore è un altro, lo è sempre stato. Diciamo che questo finale è la nostra versione di una barzelletta di Pierino, quella in cui guida la bicicletta senza mano, senza piedi e finisce senza denti. Ecco, quando ci hanno chiesto di guidare Ettore senza cuore (il nostro regista), e senza mani (a Roma), abbiamo deciso di fermarci".

Fonte foto copertina: https://twitter.com/micheledalai