Lino Banfi: «Sono un vero commissario, ma dell’Unesco»

Lino Banfi, in occasione della sua nomina a commissario dell'Unesco, ha rilasciato delle dichiarazioni a Sorrisi.

La nomina di Lino Banfi a commissario dell'Unesco è uno degli eventi che ha infiammato la discussione politica, culturale e sociale della fine di gennaio 2019. Nonostante le critiche ricevute, l'attore comico, icona delle commedie degli anni '70 e degli anni '80, ha rilasciato un'intervista a Sorrisi anche per calmare gli animi. D'altronde, come ha lui stesso dichiarato, la nomina lo "fa ridere, visto che ho fatto il commissario in dieci film".

Lino Banfi commissario Unesco: le dichiarazioni a Sorrisi

Come racconta a Sorrisi, la nomina di Lino Banfi a commissario dell'Unesco è stata una cosa abbastanza rapida. L'attore è stato chiamato al Ministero dei beni culturali per una proposta, ossia farlo diventare parte della Commissione italiana dell'Unesco, "fatta di esperti, plurilaureati, scienziati ma anche di esponenti del mondo culturale".

In teoria la nomina sarebbe dovuta avvenire più in là rispetto alla proposta, ma così non è stato:

Il giorno stesso [...] mi sono trovato davanti il presidente del Consiglio Conte, Luigi Di Maio, tanti politici, giornalisti e telecamere. Tutti, incluso io, si sono chiesti cosa ci facessi lì. Quando Di Maio ha ufficializzato la proposta [...] ho accettato con grande emozione e orgoglio.

Banfi, poi, ha parlato anche delle cause per le quali intende battersi, prima tra le tante, oltre a "costruire un teatro di avanspettacolo per fare vedere ai giovani come si recitava su quei palchi", riuscire a far diventare Canosa di Puglia, il paese dove lui è nato, patrimonio dell'umanità.

Lino Banfi: un uomo dal cuore grande

Forse non l'esponente del mondo dello spettacolo più adatto ad un simile ruolo, ma di certo è uno degli attori comici che più si è impegnato nel sociale, essendo anche ambasciatore dell'Unicef

Un uomo di buon cuore, anche se con problemi gravi in famiglia, come si vede anche dalla sua dichiarazione, rivolta anche a chi lo critica proprio per la sua nomina a commissario dell'Unesco

Anche chi deve odiarmi perché fa il cattivo di professione non ci riesce. Perfino i laziali, che sanno che sono romanista, ogni volta che mi incontrano mi dicono che non riescono a prendersela con me perché mi vogliono troppo bene.