La Casa di Carta, perchè vedere la serie tv Netflix

Se non avete ancora visto La Casa di Carta su Netflix, vi diamo alcuni buoni motivi per farlo

Negli ultimi anni, Netflix ha speso numerose risorse nello sviluppo (e nell’acquisto) di serie tv provenienti da nazioni non “anglofone”, con attori stranieri e recitate in lingue diverse dall’inglese. Dopo il boom ottenuto da Narcos e dopo il successo di serie come Dark, 3% e Suburra, spinte dal buon vecchio passa parola, La Casa di Carta è oggi il nuovo fenomeno televisivo mondiale. Una serie spagnola che è riuscita a valicare i confini del proprio Paese di produzione per conquistare gli spettatori di tutto il mondo. Ecco cinque ragioni per cui vale la pena interessarsi alla serie attualmente sulla bocca di tutti.

La Casa di Carta: la trama della serie tv

Una delle ragioni principali per cui si sceglie di cominciare una serie piuttosto che un’altra sta sicuramente nella capacità della sua trama di appassionare e coinvolgere lo spettatore. La Casa di Carta narra di un’enorme rapina organizzata dal misterioso personaggio de Il Professore. Per riuscire a portare a compimento l’ambizioso piano, l’enigmatico ladro decide di formare la sua squadra reclutando otto persone che non hanno nulla da perdere, ognuna delle quali si rivelerà fondamentale nel gruppo per determinate abilità. L’obiettivo del colpo è quello di entrare nella Zecca spagnola e stampare 2.4 miliardi di euro. Durante undici giorni concitatissimi, i criminali dovranno occuparsi di sessantasette ostaggi e delle forze dell’ordine che danno loro la caccia. 

La Casa di Carta ha stravolto un genere

La Casa di Carta riprende quello che è un genere ampiamente codificato (l’heist movie) per renderlo qualcosa di completamente nuovo e mai visto, riscrivendone regole e tempi. I cliché classici delle storie di “rapina” vengono progressivamente scardinati e la narrazione a base di numerosi colpi di scena (quasi ogni episodio si conclude con un cliffhanger) rende impossibile annoiarsi o prevedere le mosse di un determinato personaggio, che da un momento all’altro potrebbe compiere un’azione completamente opposta a quella che ci si aspetterebbe da lui. Perciò se La Casa de Papel può sembrare abbastanza lineare all’inizio, man mano che la narrazione prosegue la sceneggiatura diviene sempre più complessa ed intrigante.

La Casa di Carta: un cast etereogeneo

Come è normale che avvenga fra i membri di un gruppo che si è formato con il solo scopo di mettere a segno una rapina, quindi costituito da persone che non si conoscono fra loro, i problemi personali sono un grosso problema da tenere in considerazione. Questi criminali saranno capaci di concentrarsi sull’obiettivo anche davanti agli inevitabili dissapori e all’aumentare della pressione su di loro ? La Casa di Carta riesce a mostrare i rapporti fra i diversi membri di questa atipica squadra in maniera efficace, specialmente grazie all’ottimo cast di attori (pochissimi i volti conosciuti al di fuori della Spagna) in grado di trasferire le emozioni ed i sentimenti dei loro personaggi. Una menzione speciale va a Raquel Murillo (Itziar Ituño Martínez), l’ispettrice che deve contrattare per la liberazione degli ostaggi.

La Casa di Carta: una serie tv fatta per il Binge-watching

Per la sua struttura narrativa La Casa di Carta è una delle serie più indicate per gli appassionati del binge-watching, ovvero per chi ama sedersi sul divano ed alzarsi solo a visione completata. Sarà difficile ingannare l’attesa fino all’uscita della prossima stagione, ma certamente quello della “maratona” è il metodo migliore per gustarsi l’adrenalinico thriller spagnolo (un genere che i nostri cugini iberici hanno dimostrato di saper fare benissimo anche al cinema). Forse anche in questa particolare successione degli episodi risiede il successo di quella che è diventata la serie “non inglese” più vista su Netflix.

La storia de La Casa di Carta viene narrata “in tempo reale”, seguendo cronologicamente gli eventi, proprio come avviene nella serie cult Prison Break. Ma le similitudini non si fermano qui: gli ambienti della Zecca dello Stato nella serie spagnola richiamano quelli chiusi e claustrofobici della prigione da cui doveva scappare Michael Scofield. Non solo, il Professore è solito realizzare degli origami proprio come il protagonista di Prison Break. La grande differenza è che se Prison Break narrava il tentativo di evadere di prigione, La Casa de Papel narra il tentativo di non finirci dentro.

Fonte foto: facebook.com/pg/LaCasaDePapelTV