Sapete tutto su "Narcos"? Scopritelo qui!

Le prime due stagioni di Narcos, raccontano la storia di Pablo Escobar: il più noto trafficante di cocaina di sempre. La serie è stata prodotta da Netflix

L'ascesa al potere di Pablo Escobar, gli intrecci con la politica e l'eterna fuga dalle autorità colombiane. Le prime due stagioni di Narcos, andate in onda su Netflix, hanno rapito l'attenzione dei telespettatori con la storia di uno dei narcotrafficanti più potenti mai esistiti. La terza stagione (a cui seguirà una quarta, nata non nei migliori dei modi), è andata in onda nel settembre 2017 e ha spostato il focus sul cartello di Cali e sulla famiglia Rodriguez, caparbia nello sfruttare le debolezze e poi la morte di Escobar. Scopriamo assieme 10 curiosità sulla serie tv ideata dal trio Chris Brancato, Carlo Bernard e Doug Miro.

Le prime due stagioni di Narcos interamente su Escobar: ecco 10 curiosità

1) L'uccisione di Escobar. La scena è stata girata nello stesso edificio (non nello stesso tetto, che non esiste più) in cui è stato realmente ucciso Escobar. I produttori hanno parlato con diverse persone e consultato vari documenti per ricostruire la scena. Il figlio di Escobar, Sebastián Marroquín (autore del memoriale "Pablo Escobar: My Father") ha contestato la versione fornita dallo show: secondo Sebastian, suo padre si è suicidato per evitare la cattura e non è stata la polizia ad ucciderlo a colpi di pistola (inoltre sostiene che sia stato lo stesso Escobar a farsi rintracciare, rimanendo al telefono più del solito). Questa tesi è stata screditata dall'agente Murphy: "Ho visto il foro del proiettile sulla parte laterale della testa di Pablo e non ho visto alcun segno di bruciature di polvere sul suo viso: se si fosse sparato in un orecchio come si dice, queste bruciature ci sarebbero".

2) La reporter Valeria Vélez. Ricorderete la giornalista (interpretata Stephanie Sigman) diventata amante del narcotrafficante colombiano: nella realtà la reporter si chiama Virginia Vallejo e ha raccontato della sua relazione con Escobar nel libro “Amando a Pablo, odiando a Escobar” (2007): sembra che abbia collaborato alla cattura di Escobar, per poi rimanere nel giro del narcotraffico come amante di altri membri del Cartello di Cali.

3) Una mamma...amorevole? Hermilda de los Dolores Gaviria Berrìo, madre di Ecsobar, sembra sia stata parte attiva della fine di suo figlio collaborando per la sua cattura..

4) Carillo...vive! Il capo della polizia Horacio Carrilo, su cui si basa la figura del colonnello Hugo Martinez, nella realtà non viene ucciso da Escobar. Il colonnello, a capo del Serach Bloc, è ancora vivo. Inoltre, il vero Javier Pena ha spiegato che, benchè lui e Murphy sapessero dei metodi utilizzati dall'esercito colombiano, non assistettero mai a comportamenti illeciti, come invece si vede nella serie tv.

5) Wagner Moura, l'attore che interpreta Escobar, non sapeva parlare spagnolo prima della fiction. Non solo, Moura ha dovuto "mettere su" 20 chili per raggiungere il "peso-forma" adatto per rispecchiare la fisionomia di Escobar.

6) Maria Victoria Henao provò effettivamente a scappare in Germania con i suoi figli. Una volta rimandata indietro in Colombia chiese di non tornare a Medellìn, ma di venire sistemata in un hotel di lusso a Bogotà. Come racconta un articolo del 2000 del Philadelphia Inquirer, all’epoca "gli ospiti dell’hotel e degli appartamenti decisero di scappare, non appena si sparse la voce che la moglie di Escobar sarebbe vandata ad abitare lì, con grande disappunto della direzione dell’hotel e dei negozianti della zona".

7) Di più si sa su Sebastian Marroquin, figlio di Escobar. Molto meno, su sua figlia Manuela. Le sue vicende sono raccontate nel libro Cierra los ojos princesa del giornalista colombiano José Alejandro Castaño: sembra che dopo aver scoperto la verità su suo padre, Manuela sia caduta in depressione, tentando anche il suicidio.

8) I veri Murphy e Pena, compaiono nella serie tv. Nella puntata finale, sono i due signori che brindano all'uccisione di Pablo Escobar. I due hanno raccontato di essere stati avvicinati da diversi produttori di Hollywood interessati a raccontare la loro storia. Hanno concesso la loro storia, con la condizione che il cartello di Escobar non fosse “glorificato”: i due si sono detti molto soddisfatti del lavoro di Narcos.

9) "Quattromila poliziotti, duecentocinquanta uomini delle forze armate, decine di migliaia di proiettili sparati, sette cani e quattro elicotteri". Così la voce narrante dell’agente Murphy descrive l’assedio alla prigione della Catedral. Il figlio di Escobar ha raccontato al Daily Best quei momenti, spiegando come  il narcotrafficante avesse ordinato alle guardie di togliere l'illuminazione nel momento in cui avesse raggiunto il perimetro recintato: "Una volta che tutto sprofondò nell'oscurità, gli uomini aprirono un buco in un muro di mattoni e lo attraversarono: mio padre aveva creato questa via di fuga durante la fase di costruzione, sono bastati due calci per aprirlo".

10) A proposito di soldi! Escobar spendeva 2500 dollari al mese per acquistare elastici con cui avvolgere le mazzette di contanti. Nel periodo in cui si interessò di politica, si offrì di sanare il debito pubblico della Colombia (per l’ammontare di 10 miliardi) per evitare l'estradizione. Nel 1998 Forbes lo inserì al sesto posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, con un patrimonio di 25 miliardi di dollari.  

Fonte immagine di copertina: www.facebook.com/NarcosNetflix/photos