Catturandi - Nel nome del padre: l'intervista a Silvia Quondam

L' intervista alla giovane attrice Silvia Quondam nel cast della fiction tv di Rai 1, "Catturandi- Nel nome del padre"

E' appena terminata su Rai 1 la fiction tv "Catturandi- Nel nome del padre" la serie che ci ha tenuto compagnia sul piccolo schermo per sei prime puntate e diretta da Fabrizio Costa. Ambientata a Palermo ed incentrata sull’epica lotta tra Stato e Mafia ma da un punto di vista nuovo e cioè quello della Catturandi di Palermo, la squadra d’élite della Polizia deputata all’arresto dei grandi latitanti, direttamente dal set della serie, abbiamo avuto il piacere di scambiare qualche battuta con Silvia Quondam la giovane attrice che ha vestito i panni di Marina Toscano. L'intervista

Sei stata una delle protagoniste della fiction Catturandi, che tipo di esperienza è stata questa per te? "E' stata molto formativa. Quando ti ritrovi ad interpretare un personaggio secondario devi saper trovare il giusto equilibrio tra il favorire l'attore primario, in altre parole essere una buona spalla senza voler primeggiare o cercare di "emergere" e allo stesso tempo non rimanere solo una figura di sfondo ma trovare delle caratteristiche al personaggio che lo facciano risultare ben riconoscibile allo spettatore che deve poter seguire bene la storia,possibilmente non arrivando a pensare "oddio e questa chi era?!".

Nella fiction interpreti il ruolo di Marina Toscano, di questo personaggio cosa ti assomiglia e in cosa siete distanti? "In Marina ho cercato di portare il mio lato più leggero, gioioso e solare. Quello che c’è di molto distante tra me e Marina sono i vissuti. Marina ha cambiato spesso città e ha perso un padre a causa della mafia, ha dovuto fare molto per tenere in piedi la sua famiglia, io invece sono nata e cresciuta in un quartiere di periferia romano e sono molto fortunata, la mia famiglia è ancora tutta unita, al contrario di quella del mio personaggio che ha la sorella sempre accanto, io però ho un fratellino in Australia di cui sento molto la mancanza". 

Marina Toscano nella serie è la sorella della protagonista Palma (Anita Caprioli) che tipo di rapporto si è creato fra di voi sul set? "Si ho avuto la maggior parte delle scene esclusivamente con Anita. L’ho osservata molto, è una vera stakanovista, sempre concentratissima sul lavoro, disponibile, un'attrice da cui imparare molto. Si metteva sempre a disposizione prima del ciak per fare delle piccole prove tra di noi e non si faceva affatto problemi a togliersi una battuta se non era funzionale alla scena in quel momento. E’ una persona molto umile, una qualità che apprezzo molto nelle persone, soprattutto negli attori".

Ci racconti un aneddoto divertente legato al set di Catturandi? "C’è una scena che è stata girata ma per motivi tecnici è stata successivamente tagliata nella quale Marina riceve una proposta di matrimonio attraverso un flashmob e vedere tutte quelle persone che ti dedicano un flashmob è qualcosa di incredibile, veramente commovente. Mi sono emozionata come fosse stata una vera proposta". 

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"Non so… 7 ! Si può fare sempre di più, sempre!"

A quale attrice ti ispiri?
"Sul fronte italiano amo molto Monica Guerritore, su quello internazionale Kate Winslet"

Teatro, serie web, cortometraggi e adesso la tv ma cosa ti gratifica di più? "Quello che mi gratifica di più sono le belle storie, dove c’è una bella storia, ben scritta e i personaggi sono delle bellissime scoperte. Michelangelo affermava di vedere la statua già formata dentro il blocco di marmo e di raggiungerla attraverso la rimozione di ciò che era superfluo. “La figura è già lì basta toglierla…” io credo che le sceneggiature siano la stessa cosa, in quelle belle il personaggio è già scritto perfettamente e l’attore deve solo farlo emergere dal fondo avvalendosi di tanta sensibilità e passione". 

Preferisci recitare parti in fiction come Catturandi o in film comici? "Amo molto la commedia, credo sia un linguaggio universale che possa far risuonare le corde profonde di persone di qualsiasi tipologia, ceto, carattere, cultura... Quando la commedia riveste appieno il ruolo sociale per il quale è nata diviene senz’altro il mio genere preferito". 

Quando hai scelto il mestiere dell’attrice? "Ero molto piccola, avevo 7 anni, è stato talmente gratificante sentire il calore del pubblico durante il saggio delle elementari che mi ha totalmente deviato! Rido". 

Da quale regista vorresti essere diretta? "In teatro da Emma Dante. Nel cinema italiano da Virzì in quello straniero da Tarantino". 

Quale personaggio avresti voluto interpretare? "Al di là dell'evidente desiderio di interpretare tutti i personaggi scritti meglio dai grandi autori contemporanei e non, mi piacerebbe continuare ad esplorare la via della drammaturgia scenica, un processo creativo dal quale è nato uno spettacolo portato in scena quest'estate dal titolo "Affetti Stretti" scritto, interpretato e diretto da me e due colleghe Barbara Cerrato e Alessandra Merico. Ecco, poter condividere un punto di vista attraverso dei personaggi concepiti da me è qualcosa di molto intenso e nutriente come attrice e come essere umano".

Cosa pensi delle vicende attuali che vedono coinvolti ragazzi molto giovani comandati ancora una volta da gruppi mafiosi? "Penso che queste vicende siano un sintomo di problematiche ben più ampie, che riguardano moltissimi campi dall’antropologia alla psicologia, fino alla politica. Sono necessari nuovi livelli sociali e culturali nel quale l’individuo e la collettività siano sempre più consapevoli dell’importanza del nutrire il proprio mondo interiore e  quindi di riflesso quello esteriore. Anche la nostra classe politica ci mette del suo: trovo sia un pessimo modello per i giovani che si convincono del fatto che sia sempre meglio ottenere il massimo col minimo sforzo anche se questo significa calpestare gli altri. Tra le altre problematiche mi viene in mente la scuola che, evidentemente, non è ancora in grado di fornire ai ragazzi validi strumenti di crescita mentale, psicologica, creativa, che possa far immaginare alle persone un futuro diverso e possibile. La scuola oggi è molto improntata sul risultato (il voto) piuttosto che sul percorso di crescita dell’individuo in quello specifico contesto collettivo". 

Progetti futuri? "In questo momento mentre aspettiamo di sapere se ci sarà una seconda stagione della nostra "Catturandi", mi dedico al teatro: porterò "Affetti Stretti" in giro per l'Italia e inizierò proprio oggi le prove di un nuovo progetto teatrale con Pierpaolo Sepe, di cui presto vi svelerò i dettagli".