Akira Toriyama, il maestro mangaka autore di Dragon Ball ha rilasciato un’interessante intervista sull’ultimo numero di Shonen Jump. La storica rivista settimanale, lanciata nel 1968 dalla casa editrice Shūeisha, è una delle più longeve testate di manga pubblicate in Giappone (oltre alle versioni mensili presenti in occidente). Proprio nel 2018 festeggia il suo cinquantesimo anniversario, e lo fa intervistando il creatore di uno dei manga che più di ogni altro ne ha fatto le fortune. Toriyama racconta alcuni dettagli e retroscena sul lavoro per la sua opera maggiore. Nel farlo svela anche alcuni dettagli sulla sua vita personale, e sul come sia stata influenzata dall’immenso lavoro per Dragon Ball.
Akira Toriyama e Dragon Ball: un inizio difficile
Nell’intervista Toriyama racconta come Dragon Ball non avesse riscosso molto successo durante i primi passi della saga. L’opera, inizialmente ispirata al classico della letteratura cinese Il viaggio in Occidente, non andava incontro ai gusti dei giovani lettori giapponesi. Come gli ricordava anche Kazuhiko Torishima, editore all'epoca, il manga non aveva gli elementi per diventare popolare.
Ma tutto cambiò quando l’autore concepì il Budokai Tenkaichi, il mitico torneo di lotta che coinvolgeva il protagonista Goku con i suoi amici e nemici. Le vendite del settimanale presero il volo, e Toriyama capì quanto i giovanissimi amassero il tema dei combattimenti. Anche se, per sua stessa ammissione, inizialmente non voleva disegnare un manga di lotta. Fu la reazione entusiasta del pubblico a spingerlo a proseguire su questa strada.
Dragon Ball: un successo senza precedenti
Dopo la svolta dell’introduzione dei combattimenti, Dragon Ball non si è più fermato, battendo continuamente record su record. Attualmente è il secondo manga di sempre per volume di vendite, e sia la versione cartacea che l’anime tratto da essa sono diventati fenomeni mondiali. Nonostante questo, Akira Toriyama confessa nell’intervista di non sentirsi un grande mangaka, tanto che all’epoca non comprendeva il perché di un tale successo. Durante la produzione confessa di aver sofferto fisicamente. Mentre disegnava continuava ad essere raffreddato, e il suo medico non riusciva a spiegare questa condizione. Fatto sta che dopo tre mesi dalla conclusione di Dragon Ball i sintomi erano svaniti. Scherzando dice forse era il disegnare farlo stare male. In ogni caso Toriyama confessa di non essersi depresso dopo la fine della serie: “qualunque lavoro si svolga”, dice, “alla fine la cosa più importante è che piaccia svolgerlo”. Toriyama aveva anche rivelato la sua ispirazione per la nascita del manga in una più datata intervista.
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