Dot Pixis è il comandante del Wall Rose e all'interno de l'attacco dei giganti ha un ruolo importantissimo in quanto è colui che, proprio all'ultimo istante, ferma l'uccisione di Eren dopo che è stata scoperta la sua capacità di mutare in gigante.
Il suo è un personaggio molto particolare e per questo amato dai lettori.
Curiosità che non tutti sanno su Dot Pixis
- Il suo ruolo è quello di comandante e per ciò che riguarda la difesa ha il potere decisionale assoluto, cosa che gli consente, tra le altre cose, di salvare Eren da morte certa
- Il suo nome potrebbe derivare dalla costellazione Pyxis Nautica
- Nonostante appaia come una persona molto eccentrica ha anche una nota empatia verso i suoi uomini
- L'autore Hajime Isayama ha ammesso di averlo creato su modello di Yoshifuru Akiyama, generale dell'esercito imperiale giapponese
- Sempre secondo Isayama, anche se nel manga non se ne parla, Pixis è sposato e ha dei figli
Analisi del personaggio
Ecco l'immagine del personaggio
Pixis è un personaggio eccentrico che fisicamente si presenta come una persona molto distinta, calvo e con un portamento elegante. Una delle cose che lo caratterizzano sono i baffetti sottili e le profonde occhiaie, indice dello stress dovuto al lavoro che svolge.
Sebbene ricopra un ruolo molto importante e delicato, Pixis si mostra sempre come un personaggio tranquillo che anche nei casi più estremi dispone di nervi saldi e di molta pazienza. Doti alle quali unisce un grande carisma, capacità di comando e mente aperta.
È infatti l'unico a considerare il valore aggiunto che la trasformazione di Eren potrebbe dare al suo esercito, mettendo momentaneamente da parte la paura che invece impedisce agli altri di ragionare.
Questi suoi modi di fare gli fanno guadagnare la fiducia ed il rispetto di tutti, rendendolo un personaggio autoritario ma al contempo in grado di entrare in empatia con gli altri senza per questo abbassare la guardia.
Per sua stessa ammissione, parte della sicurezza nei propri mezzi, deriva dalla capacità di saper riconoscere la verità là dove la vede. Motivo per cui, prima di emettere un giudizio, è sempre pronto ad ascoltare le ragioni degli altri analizzando i fatti con estrema attenzione.
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