Kechizu è un personaggio della famosa serie di Jujutsu Kaisen. Si presenta come un essere antropomorfo di colore verde, con la gobba, due bocche enormi e con denti frastagliati e munito di artigli. Sulla parte superiore della testa ha una piccola faccia che anticipa la bocca gigante. Gli occhi, invece, così come la bocca perdonono continuamente sangue.
Caratterialmente è il meno maturo tra i tre fratelli. E per questo motivo tende a cercare sempre la vicinaza di Eso da cui cerca di farsi aiutare ogni qual volta è possibile. Di lui si sa poco se non che tende a seguire gli ordini della sua specie. Sembra però meno capace di introspezione rispetto ai suoi fratelli.
Cose che non tutti sanno su Kechizu
Questa è l'immagine del personaggio.
- Anche Kechizu, così come i suoi due fratelli, è stato portato al Jujutsu High da Mahito.
- Kechizu possiede il grado speciale di pittura della morte ed è stato scelto da Mahito per aiutare le altre maledizioni a conquistare il Giappone.
- Sia lui che Eso erano inizialmente incaricati di rcuperare una delle dita di Sukuna.
- Il suo potere è meno forte rispetto a quello dei suoi fratelli maggiori. Ciò nonostante rimane un rivale abbastanza temibile.
- La sua tecnica innata gli fornisce sangue corrosivo ed in grado di avvelenare e far decomporre gli avversari. Kechizu è in grado sia di vomitare sangue adosso ai nemici che di farli bruciare attevarso di essi.
Analisi del personaggio
Kechizu è uno dei personaggi di Jujutsu Kaisen. Fratello minore dei tre uteri maledetti è quello che ha minor potere e che tende ad interagire di meno con gli altri. Di lui si sa poco perché a differenza dei suoi fratelli sembra non aver alcun bisogno di mostrare ciò che pensa. Per questo motivo si presume sia meno capace di pensare a se stesso o di fare pensieri profondi.
Detto ciò è molto dipendente da Eso al quale si rivolge per ogni più piccola cosa e di cui cerca sempre di seguire le indicazioni.
Sebbene sia il meno potente tra i tre è comunque dotato di poteri particolari e del potere del sangue che lo rende in grado di colpire anche a morte gli avversari.
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