Capita che per lavorare come animatore di un film animato venga proposto uno stipendio adeguato all'importanza del film in questione. Non è però il caso dello Studio Ghibli, che ha recentemente annunciato un'offerta di lavoro per animatori per l'"ultimo" film del maestro Hayao Miyazaki, e dell'animazione giapponese in generale, perchè sono piovute lamentele per lo stipendio troppo basso per animatori in merito all'offerta che lo studio aveva esposto sul suo sito ufficiale qualche giorno fa, per la maggior parte da professionisti stranieri. Ecco alcune dichiarazioni:
Sono un autore professionista di sfondi in animazione 2D e questo salario è davvero basso
Stanno scherzando?! Questo stipendio equivale a poco meno di 1/4 della cifra che guadagnerei con un regolare lavoro come creatore di storyboard a Los Angeles
450 dollari a settimana... Nel frattempo qualche attore fa quattro giorni di lavoro e viene pagato 4 milioni di dollari.
Non sono tardate ad arrivare le risposte di alcuni animatori giapponesi:
In realtà, 200.000 yen è un salario ben più alto rispetto a quanto offrono altre società di animazione in Giappone.
L'animazione giapponese si basa su dei ragazzi che hanno un reddito medio annuo di poco più di un milione di yen (9.879 dollari), guadagnando ogni mese una media di appena 90.000 yen.
Ancora si può vivere bene a Tokyo perché il governo continua a garantire l'assistenza sanitaria e i sussidi di disoccupazione.
Studio Ghibli: Ecco cosa diceva l'offerta di lavoro!
Hayao Miyazaki non vuole saperne di ritirarsi, così lo Studio Ghibli ha messo sul proprio sito ufficiale un'offerta di lavoro per animatori per prendere parte al progetto del suo film d'animazione, che dovrebbe essere l'ultimo. Sta di fatto che l'offerta in questione offriva lo stipendio di 200.000 yen (1.600 euro) mensili. Che è una cifra cospicua rispetto agli altri studi di animazione giapponesi. Si può constatare, comunque, che lo stipendio e le condizioni offerte dallo studio, fondato da Miyazaki e Takahata, siano da considerarsi buone per gli standard dell'industria.
Fonte: RocketNews24.com
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