Yahaba è un personaggio di Demon Slayer. Si presenta come un giovane di carnagione chiara che tende sul grigio e capelli neri e corti. Gli occhi hanno la forma di quelli dei gatti e sono rossi anche se tende a tenerli sempre chiusi. Ha inoltre altri due occhi, questa volta arancioni, sui palmi delle mani.
Solitamente indossa uno yukata di colore verde. Caratterialmente appare come un essere mite che mira più che altro a compiacere Muzan dal quale desidera più di ogni altra cosa l'approvazione. Come Susamaru anche lui aspira a diventare una delle dodici lune demoniache. A differenza della ragazza ha però un modo di essere che tende al sadico e che lo porta a disprezzare i modi spesso giocosi di Susamaru.
Cose che non tutti sanno di Yahaba
Questa è l'immagine del personaggio
- Il suo bisogno di sentirsi approvato da Muzan è tale da accompagnarlo persino in punto di morte dove non esserci riuscito è il suo più grande rimpianto.
- La sua abilità è quella di manipolare la direzione delle cose attraverso gli occhi che ha sui palmi delle mani.
- Pur non essendolo dice spesso di essere una delle dodici lune demoniache. In realtà però gli manca il classico tatuaggio nell'iride che ne prova l'appartenenza.
- Seguace di Muzan, lo serve in modo assolutamente fedele. Questi è forse l'unico essere per il quale dimostra un profondo rispetto.
- Nel sondaggio di popolarità, Yahaba si è piazzato al trentasettesimo posto.
Analisi del personaggio
Yahaba è un personaggio di Demon Slayer che lavora come fedele servitore di Muzan. Per lui è infatti disposto a fare qualsiasi cosa, cercandone sempre l'approvazione.
Sadico come pochi, cerca sempre di mettere in mostra la sua indole per compiacere Muzan e nel farlo si scontra spesso con Susamaru che ritiene troppo infantile per via del suo bisogno di divertirsi mentre fa del male agli altri o distrugge le cose.
Ciò nonostante collabora sempre con lei se ciò può servire a rendere fiero Muzan che li usa spesso per ottenere i suoi scopi. Sebbene sia convinto di essere una delle dodici lune demoniache, in realtà resta sempre e solo un sottoposto di Muzan.
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