Qualche giorno fa a Roma, in presenza di Alberto Barbera, direttore di Venezia 74, e di Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, è stato reso noto il programma della 74esima edizione della Mostra, che si terrà presso il Lido dal 30 agosto al 9 settembre 2017. Fra i film in gara, una proposta anche di Ai Weiwei, uno degli artisti che rappresenta maggiormente la condizione di straniamento dei migranti nel mondo.
Ai Weiwei: Human Flow è il suo film in gara a Venezia 74
Il film dell'artista cinese si chiama Human Flow, ovvero "marea umana", e racconta dell'impressionante crisi globale dei profughi ai giorni nostri. L'artista, per realizzare il suo film-documentario, ha cercato e conosciuto tutti i protagonisti della sua pellicola a cominciare da Lesbo, per poi cominciare quella che è stata una vera e propria ricerca che lo ha spinto sino ai confini del mondo; una ricerca durata la bellezza di due anni interi, e che lo ha portato dalla Grecia al Bangladesh, dal Kenya fino alla frontiera messico-americana, cercando di catturare ogni istante e sensazione dei momenti duri e a tratti inimmaginabili che i profughi di tutto il mondo sono costretti a vivere oggi, una condizione umana che ha dell'assurdo e che vede coinvolti più di 65 milioni di sfollati.
Ai Weiwei: l'artista emigrato dalla Cina
Ai weiwei compirà 60 anni il 28 agosto. Nato in Cina, oggi vive a Berlino e ha deciso di raccontare le condizioni di vita dei profughi del mondo. In fondo, lui stesso è un migrante di fatto, che dalla Cina è fuggito proprio perché sempre ostacolato dal suo paese di origine, che gli vietava in ogni modo di esprimere la propria arte arrestandolo, multandolo o confinandolo a Pechino, impedendogli di viaggiare. Il film Human Flow è il primo documentario di Ai Weiwei, che ha realizzato all'isola greca di Lesbo.
Fonte foto di copertina: https://www.instagram.com/aiww/?hl=it
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