Il 24 febbraio 2023 ricorrono i vent'anni dalla morte di Alberto Sordi, icona della commedia all'italiana e "ottavo re di Roma". Le iniziative per ricordare la scomparsa di uno dei più grandi attori del nostro cinema sono tante, dal tour sui luoghi del Marchese del Grillo alla riedizione della biografia Alberto Sordi - Storia di un italiano, scritta da Giancarlo Governi e pubblicata da Fandango Libri.
Alberto Sordi, morte 20 anni fa: i libri per ricordarlo
Dai "maccaroni" distrutti in Un americano a Roma di Steno al "Lavoratori!" (con pernacchia) nei Vitelloni di Fellini fino alla svolta tragica di Un borghese piccolo piccolo di Monicelli, Sordi ha raccontato tutti gli italiani del miracolo economico. "Con grande accanimento perché lo divertivano, lo stimolavano, lo ispiravano: sembrava che vivessero per fornire spunti ai suoi personaggi e ai suoi film", ricorda Governi.
Enrico Vanzina celebra Albertone in un editoriale scritto per Il Messaggero e intitolato Quella lingua così viva dell'ultimo Trilussa. "Alberto ha copiato gli italiani — scrive lo sceneggiatore — ma il suo modello è diventato così forte che gli italiani hanno iniziato a copiare lui che copiava loro. Infatti tutti noi siamo cresciuti incontrando per strada, in viaggio, in vacanza, negli uffici, negli ospedali, migliaia di Alberto Sordi della vita reale".
Vanzina elenca la lunga lista di "battutone" sordiane che ormai "fanno parte della nostra vita quotidiana", da "Ammazza che fusto" e "A me m'ha bloccato la malattia" fino a "Signorina Margherita" e "Io sono io e voi...".
È una meravigliosa partitura sinfonica di perle del nostro glossario corrente. Alberto Sordi non c'è più. Ma rimane eterno. Con i suoi film, con le sue straordinarie apparizioni in tv (Kessler, Mina) e con la ricchezza linguistica che ci ha lasciato in eredità. Oso dire, con un senso di devota riconoscenza, che è stato l'ultimo Trilussa della nostra città.
Alberto Sordi, casa aperta a pochi: il ricordo di Verdone
Anche Laterza celebra Sordi pubblicando Caro Alberto - Le lettere ritrovate nell'Archivio Sordi, una raccolta a cura del critico Alberto Crespi che raccoglie una selezione tra le migliaia di lettere che l'attore ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera. Il libro ha due prefazioni: una di Walter Veltroni e una di Carlo Verdone.
È proprio Verdone a fornire un ritratto inedito di Sordi e della sua vita privata. "Era diverso dalla maschera che vedevamo sullo schermo: Sordi viveva nell'ordine, nel silenzio, nella penombra", rivela l'attore e regista.
Pochissime persone erano ammesse nelle stanze della sua villa, le cui finestre erano perennemente schermate da persiane che difendevano Sordi dal sole e dagli sguardi del mondo. Era casalingo e solitario. Viveva come un monaco.
Ma Alberone faceva ridere e anche quando è amara o beffarda, "la risata genera positività. Quindi non mi stupisce che le lettere raccolte in questo libro siano piene di affetto, di un'identificazione calda e positiva", aggiunge Verdone.
Riproduzione riservata ©2024 - PCTV