Fresco di presentazione a Cannes 2022 e al cinema di Esterno notte, Marco Bellocchio non si ferma. Il maestro di Bobbio ha annunciato proprio alla Croisette lo sviluppo del suo prossimo film: La conversione. Un progetto che ricostruisce una drammatica vicenda realmente accaduta: il rapimento di Edgardo Mortara. Una storia vera che ha "soffiato" a Steven Spielberg. Il regista americano progettava da tempo di portare sugli schermi uno dei casi più incredibili della storia dell'Ottocento.
Edgardo Mortara, Bellocchio "ruba" il film a Spielberg
I fatti risalgono al 1858, quando il Vaticano ordina il sequestro del piccolo Edgardo, un bambino di sei anni nato in una famiglia ebrea di Bologna. L'inquisizione di papa Pio IX fa leva sul gesto di Anna Morisi, la domestica di casa Mortara che ha fatto battezzare il bimbo quando era malato pensando che se fosse morto da ebreo sarebbe finito nel limbo. Secondo le leggi dello Stato pontificio una coppia ebraica non può crescere un figlio cristiano, così il 27 agosto si consuma il rapimento di Edgardo e il suo trasferimento a Roma sotto la custodia del pontefice per essere allevato come cattolico.
Ai genitori Salomone e Marianna viene permesso di vederlo soltanto una volta e pochi istanti: ogni richiesta di ritorno a casa viene respinta. La storia diventa nazionale e si diffonde all'estero quando il governo e la stampa, in pieno Risorgimento, cominciano a raccontare l'accaduto per rafforzare le rivendicazioni sulla liberazione dell'Italia dall'influenza temporale della Chiesa. Edgardo, intanto, viene iscritto ad un collegio e a 23 anni diventa sacerdote. Tenterà di convertire la madre e i fratelli fino all'11 marzo 1940, quando muore a Liegi dopo aver passato diversi anni in un monastero.
Marco Bellocchio, film sul rapimento Mortara in arrivo
La storia vera del piccolo Edgardo sarà quindi il prossimo progetto di Bellocchio, che ha accantonato (almeno per il momento) l'annunciato film autobiografico dedicato al fratello Camillo. Parlando al magazine Variety, il regista rivela che la rinuncia di Spielberg non sarebbe dovuta alla difficoltà di trovare un interprete adatto al ruolo del piccolo protagonista, come si vocifera da tempo.
La mia impressione è che il problema sia di natura politica. Questa storia, anche se ambientata 170 anni fa, potrebbe riaccendere le ostilità tra ebrei e cattolici in un momento in cui si sta cercando la pace e la coesione, non il conflitto. E Spielberg è una figura di riferimento nel mondo ebraico.
Spielberg era persino venuto in Italia per i sopralluoghi visitando la scuola dei catecumeni a Bologna. Se la sua base per la sceneggiatura era il bestseller Prigioniero del papa re di David Kertzer, Bellocchio e gli sceneggiatori Susanna Nicchiarelli e Stefano Massini hanno scelto di basarsi su fonti dirette, documenti storici e atti processuali con la consulenza della storica Pina Todaro.
Bellocchio spiega nelle note di regia che La conversione sarà un film di ricostruzione storica, "come se la storia di Mortara passasse attraverso snodi storici strategici, tra cui la caduta del potere temporale del Papa", e avrà al centro "il mistero della conversione". Bocche cucite sugli attori del cast, tranne uno: Pierfrancesco Favino, diretto per la seconda volta dal regista piacentino dopo Il traditore. La produzione sarà di Beppe Caschetto e Simone Gattoni per IBC Movie e Kavac.
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