Alcon Entertainment, la società di produzione di Blade Runner 2049, ha fatto causa a Elon Musk, Tesla e Warner Bros. Discovery per violazione del copyright. Lo studio sostiene che le immagini generate dall'intelligenza artificiale per il lancio del Robotaxi, il taxi a guida autonoma di Tesla, raffigurano scene del film senza alcun consenso da parte dei produttori. La causa, depositata al tribunale di Los Angeles, arriva nei giorni in cui il magnate sudafricano si è apertamente dichiarato il più grande sostenitore e finanziatore di Donald Trump alle presidenziali di novembre.
Blade Runner 2049, Elon Musk ha violato il copyright
Nella sua causa, Alcon insiste fermamente sul fatto che Blade Runner 2049 non ha alcun legame con Musk, Tesla, X o qualsiasi azienda di proprietà di Musk dato il comportamento dell'imprenditore "estremamente amplificato, altamente politicizzato, capriccioso e arbitrario, che a volte sconfina nell'incitamento all'odio". Secondo Forbes, Musk guida la classifica degli uomini più ricchi del mondo con un patrimonio da 247,4 miliardi di dollari. Per i media liberal e progressisti, il geniale imprenditore userebbe dosi massicce di quella che viene definita disinformazione.
L'accusa di Alcon è violazione diretta, indiretta e contributiva del copyright e falso endorsement. La società chiede un'ingiunzione che impedisca a Musk, Tesla e Warner Bros di "copiare, mostrare, distribuire, vendere o offrire in vendita Blade Runner 2049 o elementi proteggibili dello stesso in relazione a Tesla o Musk, o di realizzare lavori derivati dello stesso per tali scopi". La denuncia chiede anche non specificati danni monetari. "L'entità finanziaria dell'appropriazione indebita in questo caso è stata sostanziale", afferma la causa.
Alcon ha speso decenni e centinaia di milioni di dollari per costruire il marchio Blade Runner 2049 e trasformarlo nel famoso brand che è ora. I precedenti contratti effettivi di BR2049 che collegavano i marchi automobilistici al film avevano prezzi in dollari nell'ordine delle otto cifre.
Elon Musk, Blade Runner 2049 e la disinformazione
Il riferimento dei produttori è al product placement chiuso per il film, dove il marchio Peugeot appare in numerose scene: l'accordo di collaborazione è servito alla casa francese per rilanciare il suo marchio negli Stati Uniti. Nei mesi precedenti al We, Robot, la presentazione del Robotaxi e dei robot Optimus avvenuta negli studi Warner Bros a Burbank, Alcon ha negato ripetutamente qualsiasi utilizzo delle immagini di Blade Runner 2049. L'evento Tesla è stato trasmesso in live streaming in tutto il mondo e conta 2 milioni di visualizzazioni soltanto su YouTube.
Andrew Kosove e Broderick Johnson, i due CEO di Alcon, hanno rifiutato la richiesta di Warner Bros di utilizzare immagini e clip specifiche di Blade Runner 2049 alla presentazione di Tesla. La causa sostiene che né lo studio né qualsiasi altra entità legata a WB "ha o ha mai avuto diritti sufficienti per consentire a Tesla di sfruttare BR2049 o uno qualsiasi dei suoi elementi e marchi". Musk "è venuto personalmente a conoscenza dei dinieghi di Alcon e delle obiezioni espresse", ma nonostante ciò ha comunque proceduto con quella che viene considerata un'appropriazione indebita non autorizzata.
Alcune immagini utilizzate da Musk nell'evento We, Robot, in particolare un'immagine con un personaggio simile a K (il poliziotto replicante interpretato da Ryan Gosling) in piedi accanto al suo spinner immerso nel paesaggio urbano devastato di Las Vegas, sono state generate dall'intelligenza artificiale sulla base di sequenze ufficiali di Blade Runner 2049.
Non è stata una coincidenza che l'unico film specifico di Hollywood di cui Musk ha effettivamente parlato per lanciare il suo nuovo cybercab completamente autonomo e guidato dall'intelligenza artificiale sia stato BR2049, un film che per puro caso presenta un'auto completamente autonoma, dotata di intelligenza artificiale e dal design sorprendente. Soprattutto quando gli imputati hanno chiesto il permesso ad Alcon di usare BR2049 e hanno ricevuto un rifiuto così fermo, si è trattato chiaramente di una mossa in malafede e intenzionalmente maliziosa per rendere il contenuto altrimenti forzato e rigido dell'evento più attraente per il pubblico globale e per appropriarsi indebitamente del marchio BR2049 per aiutare a vendere Tesla.
"Se, come in questo caso, un'azienda o i suoi dirigenti non sono effettivamente d'accordo con le opinioni politiche e sociali estreme di Musk, allora una potenziale affiliazione del marchio con Tesla è ancora più problematica", conclude la denuncia. Il rimando è al discusso post di Musk su X in cui il proprietario del social si è detto d'accordo con la teoria della "grande sostituzione", l'idea basata sulla convinzione che le minoranze etniche stiano sostituendo la maggioranza bianca.
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