Più che un cartellone degno del maggiore festival cinematografico del mondo, e ancor più perché coincide con la sua settantesima edizione, sembra quello di una rassegna o di una programmazione neppure troppo originale di una sala d'essai. E' questa la prima considerazione che scaturisce dalla lettura dei film in concorso al festival di Cannes 2017, dal 17 al 28 maggio nella cittadina della Costa Azzurra che per due settimane si trasforma in capitale della decima musa. Non che non ci siano dei cineasti di grande valore (Sofia Coppola e Naomi Kawase su tutti), ma, come spesso capita a Cannes, sono messi uno accanto all'altro con meccanicità, ovvero diffondendo l'idea di una selezione senza identità. Sensazione confermata anche scorrendo i titoli della seconda sezione ufficiale del festival, Un Certain Regard (dove spiccano l nomi di Kurosawa Kiyoshi e Mathieu Amalric). Pre-visioni motivate inoltre dalla lunga lista di esclusi, a partire da Roman Polanski (e sarebbe ulteriore aggravante se l'esclusione fosse avvenuta per questioni politiche). Auspicando che almeno qualche regista scartato venga recuperato dalla sezione antagonista del festival, la Quinzaine des réalisateurs (meno dalla Semaine de la critique che si occupa di autori agli esordi, o quasi). Insomma, con il mantenimento di una struttura sì collaudata ma che necessiterebbe un aggiornamento per ri-posizionarsi, accogliendo seriamente e non marginalmente la pluralità delle immagini oggi in movimento, il festival non sembra proporsi come lo ha definito il suo direttore Thierry Frémaux, vale a dire un "laboratorio".
Finiscono così confinati in proiezioni speciali, registi del calibro di John Cameron Mitchell, Agnès Varda, Raymond Depardon. Molto diversi fra loro, ma portatori di visioni di cinema trasversali, libere, folgoranti per passione e profondità teorica. Ma, si sa, è più facile ri-chiamare ai piani alti Michael Haneke, Michel Hazanavicius o Yorgos Lanthimos... O, ancora, collocare tra gli "eventi per il settantesimo anniversario", solo apparentemente più visibili, due maestri come Jane Campion e David Lynch con i loro viaggi oltre il cinema (rispettivamente Top of the Lake e Twin Peaks), un maestro appena scomparso come Abbas Kiarostami e un'attrice di talento come Kristen Stewart al suo esordio dietro la macchina da presa.
Riproduzione riservata ©2024 - PCTV