Oltre 40mila persone sono state uccise negli attacchi israeliani a Gaza (ma potrebbero essere molte di più) e sono migliaia gli sfollati. Ad un anno dall'inizio del genocidio, Netflix ha deciso di rimuovere 19 film palestinesi dal suo catalogo. La segnalazione arriva dall'associazione Freedom Forward, che ha scritto una lettera aperta ai due CEO del gigante dello streaming, Ted Sarandos e Greg Peters.
Film palestinesi via da Netflix: la denuncia
I 19 film palestinesi "spariti" da Netflix facevano parte della collezione "Palestinian Stories", una library di 32 titoli concessi in licenza da Front Row Filmed Entertainment. Nell'elenco c'erano Intervento divino, commedia surreale, militante e antimilitarista di Elia Suleiman, vincitore del Premio della giuria al Festival di Cannes 2002; il thriller Paradise Now di Hany Abu-Assad, premiato con il Golden Globe e candidato all'Oscar al miglior film straniero; Il sale di questo mare di Annemarie Jacir, il primo lungometraggio della storia del cinema ad essere stato diretto da una regista palestinese; 3000 notti di Mai Masri, il debutto nella finzione della documentarista, girato in un carcere dismesso in Giordania per accendere i riflettori sul destino delle migliaia di palestinesi detenute e detenuti nelle prigioni israeliane.
Ora la collection "Palestinian Stories" e tutti i suoi film risultano una "strada senza uscita": non sono più disponibili su Netflix. "Siamo profondamente preoccupati che la cancellazione da parte di Netflix di quasi tutta la sua library di film palestinesi emargini ulteriormente le voci palestinesi in un momento in cui oltre due milioni di palestinesi a Gaza sono sottoposti al genocidio da parte dell'esercito israeliano", si legge nella lettera di Freedom Forward.
Questa cancellazione delle voci palestinesi da parte di Netflix segue molti brutti decenni di soppressione dei punti di vista e delle narrazioni palestinesi da parte delle società occidentali del settore dei media che si occupano di notizie e intrattenimento. La soppressione sistematica delle voci palestinesi e la censura dei contenuti impedisce alle società statunitensi e occidentali di conoscere e comprendere la realtà del sostegno dei governi alle brutali politiche di occupazione, apartheid, pulizia etnica e ora genocidio dei palestinesi da parte di Israele.
Netflix spiega perché i film palestinesi sono spariti
Dopo una massiccia campagna sui social per chiedere spiegazioni alla piattaforma, Netflix replica che non è in atto alcun tipo di censura: i film della collezione "Palestinian Stories" sono stati rimossi dal catalogo del servizio semplicemente perché il periodo di licenza di tre anni è scaduto e non è stato rinnovato.
Abbiamo lanciato questa collezione di film in licenza nel 2021 per tre anni. Ora queste licenze sono scadute. Come sempre, continuiamo a investire in un'ampia varietà di film e serie televisive di qualità per soddisfare le esigenze dei nostri abbonati e celebrare le voci di tutto il mondo.
La piattaforma aggiunge che sfogliando il catalogo di Netflix si possono ancora trovare svariati film recenti di autori palestinesi. Ma il movimento Freedom Forward insiste e chiede al servizio di ripristinare immediatamente i titoli rimossi nella library. "In un momento di così grande dolore e sofferenza per i palestinesi, sembra chiaro che Netflix dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per mantenere l'accesso del pubblico globale ai film palestinesi", dichiara a Deadline l'avvocato Sunjeev Bery, direttore dell'associazione.
È sorprendente che Netflix abbia fatto passare sotto silenzio la rimozione di questi film e che non abbia fatto tutti gli sforzi necessari per rinnovare le licenze.
Foto: Cinema Politica
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