Se Midsommar - Il villaggio dei dannati, il secondo lungometraggio di Ari Aster, l'acclamato autore di Hereditary - Le radici del male, è ormai considerato da più parti un film di riferimento del new horror "d'autore", parte del merito va all'interpretazione della sua protagonista, Florence Pugh. Il folk horror alla luce del Nord della Svezia è stato un passaggio chiave nella carriera dell'attrice inglese, lanciata da William Oldroyd in Lady Macbeth, arrivata alla nomination all'Oscar con Piccole donne ed entrata nel MCU con Black Widow accanto a Scarlett Johansson.
Florence Pugh, film con Ari Aster è stato un "auto-abuso"
A distanza di quattro anni dalla sua uscita, Pugh rivela che per trasformarsi nella giovane Dani si è messa duramente alla prova, sottoponendosi ad un percorso psicologico di autentica sofferenza. Nel corso di un'intervista al podcast Off Menu condotto da James Acaster e Ed Gamble, l'attrice confessa che prima di allora non le era mai capitato un personaggio come Dani, una ragazza intrappolata in una relazione tossica, con una sorella bipolare che si è appena suicidata e pronta ad affrontare il solstizio d'estate in una strana comunità di uno sperduto paesino svedese.
Quando l'ho fatto, ero così presa da lei e non mi era mai capitato con nessuno dei miei personaggi. Non avevo mai interpretato qualcuno che soffrisse così tanto prima di allora e mi sono messa in situazioni davvero terribili che forse altri attori non hanno bisogno di fare, ma io immaginavo solo le cose peggiori.
Pugh racconta che lavorare con Aster non stato è semplice: il regista è una persona tanto perfezionista quanto spiritosa e divertente, ma il suo copione conteneva numerosi elementi criptici. Ogni singolo giorno sul set "diventava sempre più strano e difficile".
Mi mettevo in testa cose sempre peggiori e sempre più cupe. Credo che alla fine, probabilmente, ho abusato di me stessa per ottenere quella performance.
Midsommar, Florence Pugh e il trauma dell'addio
Per sua fortuna, subito dopo Midsommar è arrivata la parte di Amy in Piccole donne di Greta Gerwig e con il ruolo della più piccola delle quattro sorelle March anche la candidatura all'Oscar.
Quando ha lasciato il set di Aster ed è volata a Boston per girare con la Gerwig, l'attrice ricorda "di aver guardato fuori dall'aereo e di aver provato un immenso senso di colpa perché mi sembrava di aver lasciato Dani in quei campi in quello stato emotivo".
È davvero strano. Non mi era mai capitato prima... Ovviamente, magari si tratta di un aspetto psicologico, per cui mi sentivo immensamente in colpa per quello che avevo fatto, ma di sicuro è stato come se l'avessi lasciata lì a subire abusi... quasi come se avessi creato questa persona e poi l'avessi lasciata lì per andare a fare un altro film.
Riproduzione riservata ©2024 - PCTV