È stata la mano di Dio, il film autobiografico che Paolo Sorrentino girerà a Napoli per Netflix, ha suscitato le ire di Diego Armando Maradona, la "mano de dios" al quale il titolo è evidentemente ispirato. Stando a quanto dichiarato dall'avvocato Matias Morla, Maradona non vuole che il regista napoletano utilizzi il suo nome e la sua immagine per questo progetto, le cui riprese partiranno a breve nel capoluogo campano. Dietro questa scelta, in realtà, si nasconde un intrigo.
Maradona Sorrentino: Netflix finisce in tribunale?
Il messaggio postato da Morla su Twitter lascia poco spazio agli equivoci.
Diego Maradona non ha autorizzato l'utilizzo della sua immagine per questo film. Con i nostri colleghi italiani stiamo già studiando la strategia legale per una protesta formale di fronte alla giustizia per l'uso indebito di un marchio registrato.
La notizia è stata riportata dai principali media argentini. Tra questi, Clarín specifica che Morla e l'ex numero 10 del Napoli hanno intenzione di portare Netflix in tribunale perché hanno già "promesso" lo sfruttamento dei diritti d'immagine ad Amazon, che sta lavorando da anni alla serie Sueño bendito, dedicata alla vita e alle imprese sportive del campione argentino.
A differenza di Amazon, Netflix non ha avuto accordi o contratti con Diego, anche se l'esperienza napoletana di Maradona, stando a quanto trapelato finora, lambirà soltanto il racconto di È stata la mano di Dio, concentrato piuttosto sulla città e sul suo legame sacro e viscerale con il leggendario calciatore. Sorrentino ha definito il progetto "un film intimo e personale, un romanzo di formazione allegro e doloroso".
Sorrentino: Maradona e la poesia del calcio
Il vero problema è che Maradona, oltre ad essere il miglior calciatore di tutti i tempi, è anche un marchio registrato.
Non è la prima volta che la sua squadra di avvocati affronta una battaglia legale simile per l'uso improprio della sua immagine. Nel 2019, Maradona, sempre attraverso Morla, ha vinto una causa da un milione di dollari contro Konami: la società giapponese di videogiochi aveva inserito Diego in uno dei suoi videogame senza l'autorizzazione ufficiale dell'ex giocatore.
Paolo Sorrentino, napoletano e tifoso sfegatato del Napoli, ha un'autentica venerazione per Maradona. Quando ha vinto l'Oscar per La grande bellezza, nella cerimonia di premiazione al Kodak Theater di Los Angeles, ha ringraziato i suoi quattro "maestri": Federico Fellini, Martin Scorsese, i Talking Heads e, appunto, Maradona.
Il regista ha spiegato che Diego gli ha "salvato la vita" perché quando i suoi genitori sono morti a causa di una fuga di gas nella loro casa di montagna, lui, all'epoca 16enne, era andato in trasferta a seguire una partita del Napoli di Maradona.
Il "pibe de oro", inoltre, è già apparso in un film di Sorrentino: il regista l'ha omaggiato in Youth - La giovinezza, facendolo palleggiare con una pallina da tennis nel lussuoso hotel Schatzalp a Davos. Un tributo affettuoso alla poesia del calcio.
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