Il famigerato undicesimo film di Quentin Tarantino? Uno spaghetti western multilingue, magari girato nella Hollywood italiana: gli Studi di Cinecittà. Lo rivela Tarantino in persona alla Festa del Cinema di Roma, che gli assegna il Premio alla Carriera dalle mani di uno dei suoi miti: Dario Argento. Durante l'incontro ravvicinato con il direttore artistico Antonio Monda alla Sala Sinopoli dell'Auditorium Parco della Musica, Tarantino tira fuori tutto il suo amore per l'Italia e il suo cinema.
Quentin Tarantino: Roma e Cinecittà set di un suo film?
Il regista di Knoxville ripercorre la sua lunga carriera, dall'esordio con Le iene al recente C'era una volta a... Hollywood, uscito nelle sale prima della pandemia "come un uccello che riesce ad uscire da una finestra pochi secondi prima che si chiuda". Tarantino si dice fortunato ad essere cresciuto negli anni Settanta e aver potuto recuperare facilmente in videocassetta negli anni Ottanta i capolavori italiani dell'exploitation.
Gli spaghetti western e i gialli erano grandi film. Quando i registi italiani sfruttavano il cinema di genere, lo facevano meglio degli americani, per la spinta verso gli estremi, dalla musica al sesso: una qualità teatrale. Erano film 'bigger than life'.
Girare in Italia "mi piacerebbe da morire" e "piacerebbe anche a mia moglie", la cantante israeliana Daniella Pick.
Sarebbe pazzesco e meraviglioso girare a Cinecittà. Ci vorrebbe la storia giusta. Un'idea in mente ce l'ho. Non dico necessariamente che sarà il mio prossimo film, ma è un pezzo di qualcos'altro. Immagino uno spaghetti western in cui tutti parlano una lingua diversa: la propria.
L'Italia ritorna quando sullo schermo appare un primissimo piano di Uma Thurman in Kill Bill - Volume 1. Un omaggio a Sergio Leone.
Io lo chiamo 'un Sergio': deve essere ravvicinatissimo e tutta la mia troupe sa di cosa si tratta.
D'altronde Tarantino non ha mai fatto mistero del fatto che Il buono, il brutto e il cattivo è il suo film preferito di tutti i tempi.
Trovo assurdo quando ti chiedono i 10 film preferiti. Forse i primi tre? Eccezion fatta per questo film, che rimane sempre al primo posto. È il mio preferito! Perché devo spiegare perché è il mio preferito? È divertente, ma perché dovrei disquisire sul perché? Lo è e basta!
Quando si cita Leone viene in automatico pensare a Ennio Morricone, il Maestro che ha firmato la colonna sonora del suo western The Hateful Eight.
È il mio compositore preferito, in assoluto. Ho sempre usato le sue musiche e lui mi fece sapere, quando fosse capitata l'occasione, di chiedergli una colonna sonora originale. Per questo film, se lui avesse detto di no, avrei fatto come al solito, usando appunto altre sue musiche. Quindi gli mandai la sceneggiatura tradotta, poi venni a Roma per il David di Donatello e arrivai apposta il giorno prima, per incontrarlo. Mi chiese quando avrei iniziato a girare e gli spiegai che il film era già girato e in post-produzione. Lui fu sorpreso, mi disse che era impegnato. Ero deluso, ma dissi: 'Pazienza'. Poi mi disse di avere in testa un tema, perché non aveva il tempo per un'intera colonna sonora ma il tema in versioni diverse sì, che sarebbe potuto arrivare ad una decina di minuti... La sera dei David mi disse che arrangiando un po' qua e là si poteva arrivare anche a 40 minuti e, usando i brani mai usati per il film di John Carpenter, la soundtrack era fatta. Posso solo dire che è stato un gigante!
Quentin Tarantino, moglie con lui alla Festa di Roma
L'incontro con Monda aggiunge un passaggio prezioso sul politicamente corretto imperante a Hollywood: anche su questo il regista ha un'idea tutta sua.
Credo che oggi sia più difficile fare film, ma non impossibile raccontare certe storie. Bisogna crederci e non preoccuparsi troppo. Anche Pulp Fiction ebbe l'attenzione negativa di molti critici per i temi e lo stile. Non bisogna essere troppo sensibili, e non vedere mai le cose come un attacco personale. Comunque, va detto, ai tempi di Pulp Fiction, era molto diverso. Se lo avessi fatto solo quattro anni dopo sarebbe stato più complicato.
Tra una curiosità e l'altra, Tarantino rivela qual è il primo film che ha visto nella sua vita, ad appena 5 anni: Deadlier Than the Male (in italiano Più micidiale del maschio), una coloratissima ed erotica spy story del 1967 con Richard Johnson, Elke Sommer e Sylva Koscina. Il ricordo che l'ha tormentato per tanti anni? Una scena un po' sadomaso di un rapimento con due ragazze. "Non lo ricordo esattamente – conclude il regista – ma ne rimasi affascinato". Le immagini della premiazione sono sui profili social del Rome Film Fest.
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