“La Sindrome di Stoccolma promuove inverosimili rapporti affettivi tra le vittime di sequestro di persona ed i loro rapitori sembra essere una risposta emotiva automatica, spesso inconscia, al trauma del diventare ostaggio e coinvolge sia i sequestrati che i sequestratori”. Il dizionario del Corriere della Sera definisce con queste parole questa particolare sindrome la cui storia è raccontata in Rapina a Stoccolma, film diretto da Robert Budreau con protagonisti Ethan Hawke, Noomi Rapace e Mark Strong. Bastano queste poche righe per capire che i presupposti per un film avvincente e coinvolgente ci sono tutti, così come ci sono anche gli attori per far sì che questa storia possa essere raccontata nel miglior modo possibile. E forse è proprio per le ottime premesse che Rapina a Stoccolma, dopo averlo visto, lascia una sensazione di incompiutezza, l’impressione che qualcosa manchi e che l’intero film potesse essere ancora più coinvolgente, appassionante e emozionante.
Rapina a Stoccolma: dal 1973 la rapina che ha fatto la storia
Come detto in precedenza, Rapina a Stoccolma spiega come e perché si è iniziato a parlare di Sindrome di Stoccolma. Il film, ambientato nel 1973, inizia con la più classica sequenza di una rapina in banca: Lars Nystrom (il protagonista della vicende), dopo aver varcato la soglia della banca centrale di Stoccolma, estrae una mitragliatrice, spara qualche colpo in aria e pronuncia la frase più classica per un rapinatore: "Questa è una rapina".
Da quel momento in poi tutto si sviluppa secondo il classico copione: dei sacchi vengono riempiti con del denaro, arriva la polizia, inizia una trattativa per la liberazione degli ostaggi mentre il rapinato vuole che venga scarcerato l'amico Gunnar. La trama entra poi nel vivo perché Lars inizia a legare sempre di più con Bianca, una timida banchiera che con il passare dei minuti diventa ben più di un semplice ostaggio.
Rapina a Stoccolma: il cast guidato da un Ethan Hawke in versione vintage
Nei panni del protagonista, Lars Nystrom troviamo un Ethan Hawke in versione molto vintage, con un look prepotentemente anni ’70: capelli lunghi, baffoni, occhiali da sole molto grandi, cintura con fibbia in bella vista. Un look che non solo fa fare un salto indietro nel tempo ma contribuisce in maniera efficace a dare toni più leggeri a tutta la pellicola. D’altronde Rapina a Stoccolma non è esclusivamente un film drammatico ma è anche una commedia che in più di un’occasione sa strappare qualche risata ai suoi spettatori.
Forse, è proprio la scelta da parte di Robert Budreau di alleggerire il più possibile il proprio film il motivo per cui, come dicevamo in precedenza, Rapina a Stoccolma non riesce fino a fondo a convincere: una pellicola con questa trama avrebbe potuto appassionare maggiormente il pubblico se al suo lato più drammatico fosse stato esaltato maggiormente.
Tornando al cast di Rapina a Stoccolma, al fianco del già citato Ethan Hawke troviamo una sorprendente Noomi Rapace nelle vesti della banchiera Bianca. L’attrice svedese, in precedenza, non l’avevamo mai vista alla prese con un ruolo come quello interpretato in questo film: eppure riesce con grande abilità a districarsi nei panni della timida impiegata di banca e la sua trasformazione, da ostaggio a complice, risulta del tutto credibile.
Rapina a Stoccolma: un film che vi consigliamo di vedere
In conclusione, Rapina a Stoccolma è un film che vi consigliamo comunque di vedere. Prima di tutto perché viene raccontata una storia interessante, poi per gli l’ottimo lavoro fatto da costumisti, parrucchieri e truccatori: insomma, quello diretto da Robert Budreau è uno spettacolo anche per gli occhi. E infine, come già detto Rapina a Stoccolma merita di essere vista anche per l’ottima prova recitativa dei suoi attori protagonisti.
Voto: 6
Frase
“Tutta la Svezia vuole sapere come ci si sente a essere bloccate lì con dei criminali”
“Non è così male!”
“Vi fidate di lui?”
“Molto più che della polizia!"
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