Presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 79, Tutto in un giorno è il primo film da regista di Juan Diego Botto e porta sugli schermi una storia vera, o meglio un insieme di storie vere trasformate in fiction da Botto con la sceneggiatrice Olga Rodríguez. Le vicende intrecciate dei tre protagonisti Azucena, Rafa e Teodora (interpretati da Penélope Cruz, Luis Tosar e Adelfa Calvo) che cercano di sopravvivere nell'arco di 24 ore, si ispirano a fatti realmente accaduti durante la crisi economica spagnola del 2008-2013.
Tutto in un giorno: c'è una storia vera dietro il film?
La sceneggiatura di Tutto in un giorno (in originale En los márgenes) è di finzione, ma lo sfondo è tremendamente vero: i numerosi sfratti che hanno colpito un gran numero di cittadini e famiglie spagnole vulnerabili in seguito ai processi di esecuzione e pignoramento forzato dovuti al mancato pagamento dei mutui e degli affitti. Nella maggior parte dei casi, le abitazioni erano state acquistate durante la bolla immobiliare cominciata nel 1997 ed esplosa nel 2012. Un fenomeno speculativo in cui i prezzi raddoppiarono e triplicarono in un breve lasso di tempo a causa della crescita della domanda.
Nel 2012, secondo le statistiche dell'INE (Instituto Nacional de Estadística), in media si sono eseguiti ogni giorno 517 sfratti in Spagna. Contando a partire dal 2008, stando ai numeri raccolti dalla PAH (Plataforma de Afectados por la Hipoteca), il numero degli sfratti sarebbe arrivato a oltre 171mila. L'impatto sociale di quelle esecuzioni fu tremendo: una delle conseguenze più drammatiche furono i suicidi di tante persone sfrattate o in corso di sfratto. Amnesty International ha denunciato la mancanza di protezione nell'accesso all'alloggio: per l'organizzazione in Spagna il diritto alla casa non è più tutelato.
Tutto in un giorno, un film necessario sul dramma degli sfratti
A partire da questo fenomeno sono arrivate modifiche di legge dei governi sui mutui, piattaforme in difesa degli sfrattati e film come Tutto in un giorno. Nelle note di regia, Botto spiega che ha voluto raccontare tre storie "che restano nascoste dietro le statistiche". "Tutto in un giorno esplora l'impatto di una crisi acuta sulle relazioni personali: il modo in cui i problemi economici, come perdere il proprio lavoro o le proprie entrate, scatenano reazioni diverse in persone diverse, ripercuotendosi nei rapporti di coppia o in quello tra genitori e figli", sottolinea il regista.
Da una parte c'è Rafa, un avvocato attivista che è arrivato a un importante bivio: deve scegliere tra l'impegno sociale e la relazione con la sua compagna. Fino a quel momento, è sempre stato pronto a donare tutto il suo tempo agli altri. Ma quel tempo ha dovuto sottrarlo alla famiglia, come se la vita fosse un gioco a somma zero in cui non si può raggiungere un equilibrio. Azucena ha 24 ore per non perdere la casa e ritrovarsi in strada. Ha lottato con tutta se stessa per tenere la famiglia unita, ma ora ha davanti la sfida della vita. E infine Teodora, una donna anziana determinata a impedire al figlio di prendersi la colpa per degli eventi che non può modificare.
Tre storie di finzione ma ancorate alla realtà dei fatti, che hanno "radici comuni" con personaggi e trame che "si avviluppano e si annodano mentre scorrono i minuti verso il momento della verità e la risoluzione dei conflitti dei protagonisti".
Foto: BIM Distribuzione
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