Dopo aver vinto il Leone d'argento - Gran premio della giuria a Venezia 81 ed essere stato designato come candidato italiano per la corsa all'Oscar 2025 come miglior film internazionale, Vermiglio di Maura Delpero sta scalando il box office. Il secondo lungometraggio di finzione della regista trentina ha superato i 600mila euro di incasso ed è secondo al botteghino dietro soltanto a Cattivissimo me 4.
Vermiglio, film vola al cinema e verso gli Oscar
Uscito il 19 settembre con Lucky Red, Vermiglio è accompagnato in tour da regista e cast e grazie al passaparola è passato da 25 a 70 sale. Grazie alla seconda posizione nella classifica Cinetel e alla migliore media per copia, il film da giovedì allarga il numero di schermi in cui sarà presente, arrivando a superare 200 cinema. "Vedere i cinema pieni, condividere il rituale della sala, sentire il calore degli spettatori, quelli più comunicativi che vogliono commentare e discutere, quelli che rimangono silenziosi e discreti, ma raccontano con gli occhi che sono contenti di essere usciti di casa per vedere un film", ha commentato Delpero nel corso del suo tour promozionale.
È sempre un momento magico dopo anni di lavoro su un immaginario, vivere il momento in cui quel mondo si trasforma nel cuore, nella mente e nella pancia dello spettatore, che lo fa suo e se lo porta a casa.
Al riconoscimento più importante, quello del pubblico, si spera possa seguire quello dell'Academy. Il primo obiettivo è entrare nella shortlist dei 15 in lizza per l'Oscar 2025 al miglior film internazionale che sarà annunciata il 17 dicembre e augurarsi poi di finire nella cinquina definitiva che sarà svelata il 17 gennaio. La concorrenza è agguerrita: i 14 sfidanti a cui Vermiglio potrebbe unirsi arrivano da tutto il mondo e sono stati lanciati nei festival più importanti.
Oscar 2025: le previsioni per i candidati stranieri
Ha ottime chance Emilia Pérez di Jacques Audiard per la Francia, presentato in concorso a Cannes 77 e vincitore di Premio della giuria e Prix d'interprétation féminine a Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz e Zoe Saldana. Appare quasi certa la presenza di The Seed of the Sacred Fig di Mohammad Rasoulof per la Germania, girato clandestinamente in Iran per aggirare la censura e vincitore del Premio speciale della giuria a Cannes. Potrebbe essere una rivelazione The Devil's Bath di Veronika Franz e Severin Fiala per l'Austria, horror in costume presentato in gara a Berlino 74.
Dal concorso di Venezia potrebbero uscire il potente thriller psicologico Cloud di Kurosawa Kiyoshi per il Giappone, Ainda estou aqui di Walter Salles per il Brasile (adattamento del libro di memorie di Marcelo Rubens Paiva premiato con l'Osella per la migliore sceneggiatura) e il biopic El jockey di Luis Ortega per l'Argentina, dedicato alla figura del leggendario fantino Remo Manfredini.
Dalla competizione di Cannes spiccano invece l'ibrido storico di documentario e finzione Grand Tour di Miguel Gomes per il Portogallo, il dramma musicale Everybody Loves Touda di Nabil Ayouch per il Marocco, il thriller poliziesco in lingua hindi Santosh di Sandhya Suri per la Gran Bretagna e Armand di Halfdan Ullmann Tøndel per la Norvegia, entrambi passati a Un Certain Regard con quest'ultimo vincitore della Caméra d'Or per la miglior opera prima. Ha possibilità pure il mélo thriller in bianco e nero The Girl with the Needle di Magnus von Horn per la Danimarca, tratto dall'agghiacciante storia vera della serial killer Dagmar Overbye.
Dovrebbero finire nella shortlist dei 15 anche il collettivo From Ground Zero per la Palestina, documentario firmato da 22 giovani registi per dare voce al genocidio in corso nella Striscia di Gaza; Touch di Baltasar Kormákur per l'Islanda, toccante adattamento del romanzo Sotto la pioggia gentile di Ólafur Jóhann Ólafsson; Dahomey di Mati Diop per il Senegal, documentario su memoria e identità post-coloniale vincitore dell'Orso d'oro a Berlino 74.
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