Gerry Scotti racconta il significato che ha per lui la parola vita in questo periodo difficile. Il conduttore ha contratto il Covid ed è stato ad un passo dalla terapia intensiva. Ora è tornato a casa e presto sarà di nuovo a Chi vuol essere milionario? e Tú sí que vales, ma non dimentica i dieci chili persi durante il ricovero e il casco per l'ossigeno che ha dovuto indossare per respirare.
Gerry Scotti, Covid "è una malattia subdola"
Scotti, 64 anni, ha rivelato all'AdnKronos che "quando mi hanno detto che mi ricoveravano sono diventato verde, ho sudato freddo".
Io li vedevo tutti, vedevo 24 persone immobili, intubate, come nei film di fantascienza.
Lo "zio Gerry" ha condiviso quest'esperienza con un amico e collega: Carlo Conti. Pure il presentatore toscano è dovuto ricorrere alla terapia dell'ossigeno per uscire dalla fase più critica.
Con due altri pazienti ci strizzavamo l'occhio, ci dicevamo 'Dai che ce la fai'. Mi ha colpito molto anche l'affetto di tutti gli addetti ai lavori. Non voglio fare torto a nessuno, cito solo Carlo Conti, perché abbiamo vissuto un'esperienza in parallelo. Io gli chiedevo: 'Quanti litri di ossigeno?' Lui mi rispondeva '4'. E io invece stavo ancora a 5. 'E la pastiglia, te l'hanno data?' Abbiamo fatto come Coppi e Bartali...
Adesso Gerry Scotti ci scherza su, ma quando ripensa ai sintomi ("Febbriciattola, stanchezza, colpi di tosse") e ai pensieri che avuto, diventa immediatamente serio.
Ti viene l'istinto a non piangerti addosso. Questa malattia è subdola, puoi stare due o tre giorni con poca febbre, addirittura senza come successo ad alcuni miei amici, e dopo 7 giorni ti negativizzi. Speravo di essere in quel mazzetto di fortunati vincitori del Boero, i cioccolatini con il regalo.
Al secondo controllo al Covid Center dell'Humanitas di Rozzano, il personale medico gli ha consigliato di restare lì perché si è ritrovato con tutti i parametri sballati: fegato, reni, pancreas.
Ero già nell'unità intensiva, perché quando entri nel pronto soccorso del Covid Center non c'è l'area rinfresco, l'area macchinette, l'area vogliamoci bene: si apre una porta e da lì in poi vedi tutto quello che hai visto nei peggiori telegiornali della tua vita.
Gerry Scotti, come sta dopo il coronavirus: "Ho visto di tutto"
Scotti è tornato a parlare di quest'esperienza anche con Linus e Nicola Savino ai microfoni di Deejay chiama Italia.
Sono stato fisicamente nell'anticamera della terapia intensiva. C'era una stanza e per non farmi spaventare troppo l'hanno data a me. Non ero né nella stanza normale, né nella terapia intensiva. C'era una porta di vetro e vedevo tutto quello che accadeva. Ci sono stato 36 ore e grazie a Dio mi sono bastate. In quelle ore ho visto tutto ciò che è stato, tutto ciò che è e tutto ciò che sarà.
Il re dei quiz Mediaset ammette che "non è stata una passeggiata" perché ha visto con i suoi occhi "la storia vera".
Tutti sperano di non prenderlo, quando lo prendi speri che sia una di quelle forme per cui te la cavi con la tachipirina. Quando ti accorgi che il sistema casalingo non basta, devi andare da quelli che hanno la pratica.
Rientrato nella sua Milano, Scotti ha postato un messaggio su Instagram per ringraziare medici e fan che gli sono stati vicini.
Grazie a tutti voi, al vostro affetto e grazie a tutti i medici, infermieri e collaboratori di Humanitas che ci hanno creduto prima di me. Un abbraccio a chi ha vissuto insieme a me questa esperienza: non vi dimenticherò.
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