Woody Allen ha un memoir che vorrebbe pubblicare. C'è solo un problema: a quanto pare nessuno vuole comprarlo. Secondo The New York Times, i dirigenti di quattro importanti case editrici sostengono che il regista abbia un manoscritto che nessuno intende mandare in stampa. Come mai ciò accade, visto che si tratta di un regista rinomato? Forse, la reticenza delle case editrici scaturisce dal fatto che il cineasta ha una reputazione che, un tempo dorata, si è incrinata.
Woody Allen: nessuna casa editrice pubblica il suo memoir
La reputazione di Woody Allen ha avuto una battuta di arresto negativa a Hollywood, ne corso degli ultimi anni, da quando sua figlia, Dylan Farrow, ha rivelato pubblicamente che Allen la molestò quando era bambina.
Il regista ha sempre negato, con veemenza, le accuse e, dopo una battaglia legale negli anni '90, il reato non gli è stato attribuito. Ciò non è bastato a "ripulire" - per così dire - la sua immagine visto che diversi attori che, una tempo recitavano nei film del regista, come Greta Gerwig, Ellen Page e Colin Firth, hanno espresso rammarico per aver lavorato con lui.
Inoltre, diverse star del suo prossimo film, A Rainy Day in New York, hanno formalmente preso le distanze dal progetto. L'accumularsi di queste notizie e posizioni negative ha indotto Amazon a bloccare il film a tempo indeterminato e, alla fine, ha congelato il suo accordo di quattro film con lo studio.
Allen ha quindi presentato una causa da 68 milioni di dollari contro Amazon, rivendicando una violazione del contratto. Amazon - dal canto suo - ha mantenuto la sua posizione, citando gli attori che hanno parlato contro Allen, così come le stesse maldestre osservazioni di Allen sul movimento #MeToo, affermando di aver messo lo studio in una posizione scomoda.
Woody Allen non è solo: c'è chi lo sostiene
Allen ha, però, sostenitori di alto profilo; attori come Javier Bardem e, più recentemente, Anjelica Huston, hanno detto che lavorerebbero ancora con lui.
Ciononostante, pare che Hollywood gli abbia voltato le spalle e lo stesso vale per il mondo dell'editoria. Quando è stato raggiunto dal Times, l'agente di Allen, John Burnham, ha detto solo questo: "Per i 30 anni in cui ho lavorato con Woody, il mantra standard su qualunque cosa è, 'Non posso discutere dei suoi affari'".
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