Adesso Amadeus lo dice ufficialmente: l'edizione 2024 di Sanremo sarà il suo ultimo Festival. In un'intervista concessa a Giuseppe Candela per il Fatto Quotidiano, il conduttore fa chiarezza sulle tante chiacchiere che si rincorrono da giorni su un suo presunto ridimensionamento con l'insediamento della nuova Rai a trazione meloniana. "Cinque di seguito sono tanti. Aver eguagliato Pippo Baudo e Mike Bongiorno è un onore. Se tra qualche anno mi venisse richiesto potrei tornare, in futuro sì ma adesso mi devo fermare", ammette il presentatore.
Amadeus: Sanremo 2024 sarà l'ultimo
A far discutere nelle scorse settimane sono stati episodi come l'arrivo in Rai di Morgan e Pino Insegno e l'irritazione riportata dal Corriere della Sera per la presenza degli emissari della Rai ai casting di Sanremo Giovani, mandati dai piani alti di viale Mazzini per evitare "il moltiplicarsi di profili alla Rosa Chemical", ha scritto il quotidiano di via Solferino. Peccato che Amadeus abbia preso tutti questi rumors "con tranquillità, per carattere".
Alcune indiscrezioni, se devo dire, anche con divertimento. In generale, c'è una lista lunghissima di artisti che farà Sanremo dopo di me. Ed è giusto così.
Al centro delle discussioni, in fondo, c'è sempre la politica. "Non era mai capitato prima ma so che fa parte del gioco, per Sanremo funziona così", riconosce il direttore artistico. E aggiunge che lui è un aziendalista da sempre e non ha rapporti con nessuno in particolare.
Mi infastidisce quando dicono che faccio un Sanremo politico perché non è così. Sono come un attaccante con la carriera al servizio dei risultati: se segno gioco, se faccio male vado in panchina. Non mi sono mai schierato politicamente, non ho mai chiesto a un cantante o un ospite per chi votano, non ho mai scelto una canzone in base a una corrente politica. Non mi interessa e non sono tenuto a saperlo.
Sanremo 2024, Amadeus presenta (nonostante i rumors)
Le acque sarebbero agitate per Amadeus da quando l'ad draghiano Carlo Fuortes ha rassegnato le dimissioni e alla guida della Rai è arrivato l'ex democristiano Roberto Sergio, scelto dalla premier Giorgia Meloni. In realtà, Ama ha rapporti positivi con tutti.
Ringrazio Carlo Fuortes e Stefano Coletta per questi anni insieme, per la libertà e la fiducia. Ho rapporti ottimi con Roberto Sergio, un dirigente che conosce bene l'azienda, arriva dalla radio e conosce l'importanza della musica e la necessità di rispecchiare l'attualità discografica. Davvero nessun problema. Ci siamo confrontati e ho avuto tutte le rassicurazioni per poter fare il mio lavoro liberamente.
Persino con la direttrice Teresa De Santis, quando Fabrizio Salini era amministratore delegato, si è trovato bene perché lei "ha combattuto per me e ha voluto fortemente facessi Sanremo". Non solo: Reazione a catena "mi è stata affidata da Giancarlo Leone, I Soliti Ignoti da Andrea Fabiano" e con Angelo Teodoli "sono tornato in prima serata con Ora o mai più". Adesso alla Direzione Intrattenimento Prime Time c'è Marcello Ciannamea che conosce da anni.
Insomma, ho lavorato con tutti, con dirigenti di ogni schieramento e nessuno mi ha chiesto quali erano le mie idee politiche ma solo quali progetti televisivi volevo realizzare.
La carta vicente di Amadeus è il suo modus operandi. Il conduttore e direttore artistico di Sanremo ascolta tutti i brani, "dal primo all'ultimo, centinaia di volte, giorno e notte".
Senza presunzione: qualsiasi scelta musicale è esclusivamente mia e non permetto a nessuno di influenzarmi. Mi avvalgo di due collaboratori molto bravi: l'autore Massimo Martelli e Lavinia Iannarilli, una figura storica del Festival. Mi aiutano sul fronte organizzativo ma non sanno chi sceglierò. Non ho un ufficio, vado io dai discografici, dalle major e incontro gli indipendenti.
È così che è riuscito a strappare una media del 63% di share, 50 milioni di euro di pubblicità e record musicali per tutti gli artisti selezionati.
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