Angela Finocchiaro ha scatenato un pandemonio per una battuta andata in onda nell'ultima puntata della Tv delle Ragazze. Nel corso di uno sketch nel quale impartisce una serie di insegnamenti ad un gruppo di bambine, l'attrice si rivolge loro dicendo: "Bambine, ricordatevi sempre che gli uomini sono tutti pezzi di mer..". Quando una piccola, incuriosita da questa lezione, le chiede se lo sia anche il papà, la comica rincara la dose: "Soprattutto il tuo papà". Serena Dandini ha precisato che Finocchiaro "non ha pronunciato davvero quelle frasi alle bambine". Si tratta di un gag, che però non è piaciuto alla Lega e ai cattolici trasversali a tutti gli schieramenti politici.
Angela Finocchiaro, Tv delle Ragazze indigesta
Massimiliano Capitanio, deputato leghista e Segretario della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha inviato un'interrogazione all'azienda di viale Mazzini per far luce sull'accaduto. Capitanio vuole sapere dalla Rai "se e quali provvedimenti disciplinari verranno adottati nei confronti della comica. Il servizio pubblico radiotelevisivo non può e non deve essere questo. Questa non è comicità: riferirsi a un papà o ad una mamma con questi termini e, soprattutto, di fronte ai bambini è una violenza psicologica sul minore, oltre che un esempio di linguaggio diseducativo e di pessimo gusto". Ecco il video "incriminato", disponibile su YouTube (dal minuto 7:20).
Tv delle Ragazze, Finocchiaro nella bufera
L'AIART, ovvero l'Associazione Italiana Telespettatori, ha bollato la battuta come "surreale e diseducativa". Nonostante La Tv delle Ragazze sia un programma "sbilanciato su ironia e sarcasmo", l'Associazione fatica ad accettare questi toni, come illustrato dal presidente Giovanni Baggio.
"Una pagina di televisione che snatura le relazioni umane, vìola il valore della famiglia e della religione, danneggia fortemente i minori", ha dichiarato. "Segnaleremo il programma agli organismi di vigilanza e chiederemo spiegazioni ad un Servizio Pubblico che dovrebbe difendere i suoi spettatori da queste derive e se non lo fa si rende colpevole di un disservizio pubblico antieducativo che annienta ogni regola deontologica e costituzionale".
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