Fa discutere l'editoriale di Camillo Langone sull'addio di Fabio Fazio e soprattutto di Luciana Littizzetto alla Rai. Il conduttore e la comica sono passati a Warner Bros. Discovery: il presentatore ligure ha firmato un accordo di quattro anni che lo vedrà debuttare sul Nove già dal prossimo autunno. Il trasloco di Che tempo che fa è vissuto come una liberazione da Langone, il giornalista e scrittore che sulle pagine del Foglio ha inventato la figura del critico liturgico.
Luciana Littizzetto e Fabio Fazio, Rai addio: "Una liberazione"
Langone ammette di non aver votato alle ultime elezioni, come pure alle penultime e alle terzultime. "Consapevole grazie all'Ecclesiaste della vanità del tutto, e grazie alla Politica di Aristotele e al Tramonto di Spengler della vanità del voto, non ho ritenuto di partecipare ai ludi cartacei", precisa lo scrittore.
Oggi tuttavia festeggio la liberazione dall'immensa volgarità di Luciana Littizzetto, l'emancipazione da un dominio di bassezze e malignità il cui pedaggio mi veniva estorto con la bolletta della luce, e sento di dover ringraziare chi quella domenica si è presentato ai seggi per votare Fratelli d'Italia. Vorrei ringraziarli uno a uno quegli elettori.
Camillo Langone, Luciana Littizzetto tra "bassezze e malignità"
Stando agli estremi dell'accordo tra Fazio e Discovery, trapelati nelle ultime ore, il conduttore guadagnerebbe un totale di 10 milioni di euro per quattro anni, pari a 2,5 milioni a stagione. Il contratto scaduto con la Rai era "fermo" a 2,2 milioni di euro l'anno. Allo stipendio di Fazio erano però aggiunti i 10,6 milioni di costi di produzione e diritti sul format pagati dalla Rai a L'Officina, la holding del conduttore. Il Codacons ha quantificato in 100 milioni di euro la cifra sborsata dal servizio pubblico negli anni per Che tempo che fa.
"Io e Luciana non abbiamo nessuna vocazione a sentirci vittime né martiri: siamo persone fortunatissime e avremo occasione di continuare altrove il nostro lavoro", ha detto Fazio, salvo aggiungere che "non tutti i protagonisti sono adatti per tutte le narrazioni". Inevitabile pensare agli attacchi ricevuti in questi anni dal centrodestra e all'insediamento del nuovo vertice della tv pubblica voluto dal governo Meloni. È l'opinione di Langone in chiusura della sua preghiera sul Foglio.
No, non credo alla motivazione esclusivamente economica del passaggio a Discovery, non sono marxista, i soldi spiegano tanto ma non spiegano mai tutto.
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