Ennesima batosta in arrivo per le famiglie italiane: il canone Rai potrebbe presto aumentare, e non di poco. Stando a quanto rivela il sito specializzato Punto Informatico, la tassa più odiata dagli italiani potrebbe passare da 90 a 300 euro. Il forte rincaro sarebbe dovuto alla scelta del governo Draghi di non far più pagare in automatico il canone con la bolletta della corrente elettrica.
Canone Rai, 300 euro di tassa in arrivo?
La richiesta di scorporare il canone Rai dalla bolletta della luce – e la conseguente batosta per i consumatori – arriva direttamente dall'Unione Europea. L'Italia deve infatti adeguarsi alla normativa comunitaria ed eliminare i cosiddetti "oneri impropri" dalla bolletta, ovvero i costi legati al sistema.
Al vaglio del governo c'è quindi la ricerca di una soluzione per capire come riscuotere l'abbonamento alla televisione pubblica senza aumentarne troppo il costo. L'ipotesi più gettonata al momento è quella del pagamento attraverso il 730, ma appare inevitabile un forte incremento della tassa. La decisione definitiva dovrebbe arrivare entro la fine del 2022.
D'altronde questa prospettiva era stata caldeggiata in udienza alla Commissione lavori pubblici al Senato da Carlo Fuortes, quando l'ad della Rai ha definito l'attuale canone "una risorsa incongrua" e una somma "distante da quelle degli altri Paesi al punto da rendere quasi irrilevante la compresenza compensativa della fonte integrativa degli introiti costituita dalla raccolta pubblicitaria". Ad oggi la Rai incassa oltre 1,72 miliardi di euro dal canone.
Per adesso Fuortes si è limitato a dire a Il Giorno che "l'azienda è un soggetto passivo" e che quindi la Rai si dovrà "uniformare a quanto deciso da governo e Parlamento". Tuttavia "è assolutamente indispensabile che gli introiti da canone non diminuiscano", anche perché il 14% circa della tassa "non arriva all'azienda".
Canone Rai, aumento fa infuriare le associazioni
L'aumento del canone potrebbe essere giustificato facendo riferimento proprio all'adeguamento ai costi dei servizi pubblici di altri Paesi europei e alla possibilità di mettere a pagamento i servizi Internet. Ma le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra.
"A sentire cosa dice a giorni alterni l'attuale presidente Rai – fanno sapere dall'ADUC, l'Associazione Utenti e Consumatori APS – sembra che il problema più grosso in questo momento sia solo aumentare gli introiti estendendo anche il numero di pagatori".
Se da parte Rai abbiamo l'interesse a maggiori introiti per far meglio lavorare l'azienda, i 'padroni' dell'informazione di Stato (i partiti in Parlamento) sembra siano poco attenti ad utenti e contribuenti, interessati invece a trovare maggiori spazi per le proprie persone e, di conseguenza, maggiori spazi per il loro strumento di propaganda. Noi siamo prevenuti nei confronti della gestione economica Rai, ma quand'anche cercassimo di non esserlo, non possiamo dimenticare che è dal 1995 che gli elettori hanno chiesto con un referendum al legislatore che preferirebbero una Rai privata... e non sono mai stati presi in considerazione.
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