Dopo la bordata di Selvaggia Lucarelli che ha ribattezzato il CTCF di Che tempo che fa come "Coccola tanto Chiara Ferragni", ci pensano Nicola Porro e i suoi giornalisti a fare a pezzi Fabio Fazio per la "non-intervista" all'influencer nel suo talk, già bollata come "inaccettabile" dal Codacons. Sul blog del conduttore di Quarta Repubblica comincia Max Del Papa con un editoriale dal titolo eloquente: "Una celebrazione sconcia".
Fabio Fazio: Chiara Ferragni "è come Oppenheimer"
"A Che tempo che fa zero domande e nessuna risposta. L'influencer fa la vittima, Fabio loda la presunzione di santità", scrive Del Papa.
L'intervista alla (im)prenditrice digitale, che ultimamente piange sempre "ma va bene così", contenta lei, che è "una persona vera", per dire all'occorrenza in ossa e ossa, non solo selfie e pandori, miraggi e polvere di stelle, ostentazione sbracata e incontrollata, beh, non è assorbibile, non è tollerabile. Ma davvero: che diavolo c'è da fare la ola per una che ha usato, e lo ha ammesso, sia pure di straforo, la beneficenza falsa per i bambini malati di cancro, per fare beneficenza, vera, a se stessa?
"Ferragni arrugginita è qui per tentare quello che non le riuscì la prima volta, un pentimento meglio recitato, lo strazio convincente, ma aggressivo il giusto, chissà le ore, i giorni di prove estenuanti con lo staff che consigliava, correggeva, limava", continua il giornalista.
Che lagna, comunque. E che storia surreale. Con la sigletta, i filmatini epici, la claque – ma che cazzo fate? Gli strilletti a una che faceva la finta solidarietà e vende la qualunque a mille volte il suo prezzo? Fazio la tranquillizza, lui mica fa domande, lui si appella all'art. 21 della Costituzione, quello che più di qualsiasi altro si usa e abusa quando fa comodo. E la invita "ad essere sincera", come no. Questa Avatar, che vive da quando era una ragazzina di finzione, e lo ammette, e lo rivendica, dovrebbe diventare sincera stasera, adesso? Dal Ciambellano calcolatore?
L'apoteosi si raggiunge quando Fazio definisce Ferragni "come Oppenheimer" per i suoi (a questo punto presunti) followers e fa "un processo alle intenzioni alla rovescia, una presunzione di santità più che di innocenza".
Uno schifo. Questa non è televisione, e se la è, qualsiasi cosa sia, c'è solo da respirare di sollievo all'idea che, almeno, non va in onda sul presunto servizio pubblico a canone. "Non farò più beneficenza commerciale, meglio scollegarle". E ti credo! Tutta qui la verità, la sincerità? Tutta qui. La celebrazione, niente altro. Instagram in tivù, il mondo di Chiara, farfarello, volatile, nel salotto militante di Fazio. Unico momento sincero, evidentemente sfuggito: "Ti sbagli: io non dico tutto di me". Infatti, ed è sul non detto – e sul non chiesto dal Ciambellone – che gli inquirenti scavano.
Fazio "non intervista mai nessuno. Vende, pompa. Esalta, balbetta, ma tutto questo non ha minimamente a che fare con l'informazione, neppure di consumo o di cassetta".
Chiara Ferragni a Che tempo che fa, Fazio sulla graticola
Il secondo intervento sul blog di Nicola Porro è firmato da Francesco Teodori, il quale ritiene che "l'unica vera arma per liberarsi di questo miserevole e sconcio spettacolo di ipocrisia e pochezza umana è il silenzio totale".
In un Paese culturalmente povero come il nostro, la miseria umana diviene fonte di guadagno. Viene apprezzata e spinta al parossismo, sino alle vette più alte del degrado. Guardare una milionaria che balbetta sintagmi che nemmeno le bimbette delle medie proferirebbero, tanto più che la stessa è "seguita" (ma che seguiranno poi...) da 30 milioni di individui, è qualcosa che a chiunque abbia ancora pochi grammi di materia grigia dovrebbe provocare le forze di stomaco.
"In un mondo alle soglie della guerra totale, questo Paese incentra le sue potenze mediatiche su ciò che resta della vita 'privata' della signora Ferragni", conclude Teodori.
Non possiamo che esortare a far calare il silenzio su questa vicenda. Ci auguriamo di tutto cuore che queste siano le ultime righe che verranno scritte su questo porno-show che non eccita più nessuno. Consapevoli che non sarà così, nuovamente, non possiamo che rassegnarci alla mediocrità e al cattivo gusto. Un giorno pagheremo il conto di tutto questo. A pensare come siamo ridotti viene quasi da sperare in Putin...
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