Tiziano Renzi, il padre dell'ex premier Matteo, ha diffidato Le Iene e Mediaset dal mandare in onda un servizio della trasmissione di Italia 1 sulla sua società Speedy Florence, che negli anni '90 avrebbe pagato in nero alcuni dipendenti. L'azione legale di Renzi ha così impedito al programma di trasmettere l'inchiesta che aveva preparato Filippo Roma, già artefice di un servizio simile sul padre di Luigi Di Maio. Nonostante Renzi senior abbia chiarito la sua posizione spiegando che la sua ditta pagava gli stipendi in contanti ma senza nulla di irregolare, la diffida ha mandato su tutte le furie il Movimento 5 Stelle.
Filippo Roma: Iene accusate dal M5S
"Domenica sera – si legge in un post Facebook del M5S – tanti hanno passato la serata a vedere Le Iene. Sapevano che avrebbero dovuto fare il servizio sui lavoratori in nero nell'azienda del padre dell'ex premier Matteo. Lo stesso Tiziano ha raccontato con dovizia di particolari la sua intervista con Filippo Roma in un post. Anche noi abbiamo aspettato e aspettato, ma voi lo avete visto il servizio? Allora abbiamo chiesto informazioni e abbiamo scoperto che Tiziano Renzi 'ha mandato una diffida'. Ah ecco! Basta una diffida per bloccare un servizio sgradito? E la libertà di stampa con cui Renzi quotidianamente si sciacqua la bocca dove è finita? E l'ordine dei giornalisti non dice nulla? Tra l'altro è la seconda volta che viene bloccato un servizio delle Iene da parte di Renzi".
Padre di Renzi, cosa ha fatto? Le Iene indagano (più o meno)
È stato il quotidiano La Verità a tirare fuori questa vicenda per primo: Andrea Santoni, chef italiano che all'epoca lavorava per la Speedy Florence, ha dichiarato di essere stato pagato senza contratti e ricevute. Filippo Roma ha indagato su questa storia ma, appunto, il suo servizio non verrà mandato in onda.
"Alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, tra cui il sottosegretario all'editoria Crimi, parlano in modo improprio di lavoro nero nella mia azienda", ha scritto Tiziano Renzi in un post al veleno su Facebook. "Si tratta di un'accusa gravissima e falsa. Chiedo a tutti i parlamentari che stanno affermando queste falsità di rinunciare all'immunità parlamentare quando il mio avvocato chiederà loro i danni". Il padre del leader del Pd aveva già promesso di far "fioccare le azioni civili per risarcimento danni" nei confronti di chi lo ha diffamato dicendo il falso.
Fonte foto copertina: https://www.facebook.com/roma.filippo
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