È bassa la partenza de La Corrida di Amadeus sul Nove. Il reboot della leggendaria trasmissione di Corrado è partito mercoledì 6 novembre con ascolti deludenti: una media del 5,8% di share e di 850mila telespettatori. Nello specifico, 982mia spettatori (il 5,5% di share) dalle 21:40 alle 23:18 e 667mila spettatori (il 6,6% di share) dalle 23:24 alle 00:28 nella parte chiamata Il vincitore.
La Corrida, Amadeus parte con ascolti bassi
I numeri non sono positivi, soprattutto considerando che Rai1 ha praticamente rinunciato alla concorrenza con la replica del varietà Tutti i sogni ancora in volo con Massimo Ranieri (1,53 milioni di spettatori, il 9,81% di share) e Canale 5 ha vinto la prima serata con il talent Io canto generation condotto da Gerry Scotti con più di 2 milioni di spettatori e il 14,71 % di share.
L'ironia e il biasimo fioccano subito sui social, da "La flopida" a "replicare La Corrida è semplicemente impossibile". Eppure, a leggere le recensioni, la gara dei dilettanti allo sbaraglio pare un successo. I critici che salvano Amadeus e la sua trasmissione sono i soliti noti. Daniele Polidoro scrive su Wired che il format "ci regala il sano trash televisivo che ci mancava": "La Corrida altro non era che una versione italiana di TikTok prima che TikTok esistesse".
La Corrida: share basso, recensioni positive
Mario Manca su Vanity Fair è più equilibrato e sottolinea che "lo storico varietà di Corrado approda sul Nove dimostrando la bravura di Amadeus ma anche una certa artificialità dei nuovi concorrenti".
Lì dove un tempo c'era freschezza oggi c'è un calcolo freddo e ragionato, forse anche per colpa di tantissimi programmi che negli ultimi decenni hanno portato il pubblico che si presenta in televisione a una consapevolezza e a una fame di apparire che prima non aveva, perché prima non c'era l'ambizione ma solo la voglia di divertire e, soprattutto, di divertirsi.
Aldo Grasso sul Corriere della Sera riconosce che "riproporre il successo di Corrado è un azzardo", ma pure che "Amadeus ce la sta mettendo tutta, non si risparmia". Il problema è piuttosto nel manico: "Era, e resta, irrimediabilmente figlia della sua epoca. Con La Corrida, l'uomo comune poteva dare sfogo alla sua ansia di protagonismo, viveva l'unica ribalta della sua vita, accettava di mostrarsi per quello che era senza aspettarsi nulla di più, e veniva criticato da un pubblico di suoi pari senza paternalismi e altezzosa superiorità".
Ma ormai la tv, come la politica, è fatta principalmente da "gente comune", da troppi incapaci che si prendono sul serio. E i dilettanti allo sbaraglio hanno trovato molti altri format per dare spettacolo di sé, in una contingenza storica in cui la mediocrità è ricercata e premiata più del dovuto.
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