In occasione del Giorno della Memoria 2025 celebrato il 27 gennaio, Rai 1 manda in onda nella prima serata di mercoledì 29 il film tv La farfalla impazzita, il biopic di Kiko Rosati con Elena Sofia Ricci che ripercorre la storia vera di Giulia Spizzichino, la donna ebrea che con la sua testimonianza fece condannare il criminale di guerra tedesco Erich Priebke, capitano delle SS durante la Seconda guerra mondiale. Ma chi era davvero Giulia e da dove arriva la sua vicenda?
La farfalla impazzita: la storia vera dietro il film
Nata e cresciuta a Roma in una famiglia ebrea, Giulia Spizzichino vive nel Ghetto tra Trastevere e Piazza Venezia. Nel lungo inverno del 1943, ad appena 17 anni, sfugge alla grande deportazione del 16 ottobre grazie al padre Cesare, che per salvare i suoi cari li porta fuori città, facendoli trasferire in rifugi di fortuna. Il 21 marzo 1944 Giulia rischia di essere arrestata quando vengono catturati i nonni e numerosi zii e cugini, tutti appartenenti alla famiglia della madre, i Di Consiglio.
Tre giorni dopo, sette di loro vengono sterminati nella strage delle Fosse Ardeatine, mentre altri diciannove vengono deportati e non faranno mai ritorno dal campo di concentramento di Auschwitz. Quando la guerra finisce, per Giulia è impossibile dimenticare e vivere una giovinezza normale. Mezzo secolo più tardi, nel 1994, decide di affrontare i fantasmi del suo passato: in un programma della Rai, la serie dei Combat Film di Roberto Olla, vede la foto di sua mamma Settimia, morta da poco, tra le immagini di repertorio.
Nei filmati la madre sta riconoscendo le salme dei suoi parenti uccisi nell'eccidio delle Fosse Ardeatine attraverso i pezzetti di stoffa dei loro vestiti. I corpi, infatti, sono così aggrovigliati da essere diventati irriconoscibili. Dopo essersi rivolta alla Rai per chiedere giustizia, Giulia viene contattata da Riccardo Pacifici (nel film l'avvocato Franco Restelli, interpretato da Fulvio Pepe), rappresentante della Comunità ebraica romana e impegnato nella difesa delle vittime con un'associazione fondata a seguito della strage. Da tempo le autorità italiane stanno chiedendo l'estradizione dall'Argentina di Erich Priebke (interpretato da Jürgen Heinrich), l'esecutore materiale del massacro.
Giulia Spizzichino, la storia vera tra libro e film
Quando il criminale nazista viene identificato, Spizzichino va a San Carlos de Bariloche, città dell'Argentina ai piedi della Cordigliera delle Ande diventata la meta preferita di ex gerarchi e collaborazionisti del Terzo Reich in fuga dall'Europa, ribattezzata la "piccola Svizzera". La sua missione, ovvero sensibilizzare l'opinione pubblica, riesce nel maggio del 1994: grazie al fronte comune con l'Asociación Madres de Plaza de Mayo, l'associazione formata dalle madri dei desaparecidos scomparsi durante la dittatura militare, Priebke è arrestato e finalmente estradato in Italia. A quel punto Spizzichino testimonia al lunghissimo doppio processo che si conclude il 16 novembre 1998 in Corte di cassazione con la condanna all'ergastolo dell'Hauptsturmführer. Finito agli arresti domiciliari a causa della sua età avanzata, Priebke muore a Roma l'11 ottobre 2013 a 100 anni.
Farfalla impazzita è il soprannome che i familiari e gli amici più intimi danno a Giulia per via del suo carattere ribelle e irrequieto, come quello dell'insetto che sbatte le ali a caso, senza riuscire a trovare pace e un luogo dove posarsi. Sposata per anni con Umberto (nel film Massimo Wertmüller), madre di Marco (interpretato da Josafat Vagni) e nonna di Giulietta, Spizzichino racconta la sua storia nel libro La farfalla impazzita. Dalle Fosse Ardeatine al processo Priebke, un memoir scritto con il generale dei Carabinieri e giornalista Roberto Riccardi (già co-autore di Sono stato un numero, le memorie dell'ex deportato Alberto Sed) e pubblicato nel 2013 dalla casa editrice Giuntina. Giulia è morta il 13 dicembre 2016 all'età di 90 anni. Una preziosa testimonianza diretta della sua opera di preservazione della memoria è disponibile su RaiPlay, registrata nel 1994 per il programma Sorgente di vita.
Foto: Paolo Modugno / 11 Marzo Film / Ufficio stampa Rai
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