Si è già chiusa, almeno per il momento, l'avventura dello show La Tv dei 100 e uno, il programma che ha segnato il ritorno di Piero Chiambretti in prime time su Canale 5. Gli ascolti della trasmissione sono stati altalenanti, ma non negativi. Dopo la partenza del 15 marzo con 2,2 milioni di spettatori e il 15,95% di share, c'è stata una flessione al secondo appuntamento (1,7 milioni di spettatori, share 12,61%) e una ripresa all'ultimo con 1,7 milioni di telespettatori e share al 13,38%.
La Tv dei 100 e uno, ascolti non sono un flop
Nonostante questi risultati e la concorrenza di rivali forti come Chi l'ha visto?, Mare fuori e la docu-fiction I cacciatori del cielo, La Tv dei 100 e uno chiude. Chiambretti era partito immaginando quattro prime serate, poi con Mediaset si è passati a tre "per capire successivamente il da farsi", come ha spiegato il conduttore in un'intervista concessa a TvBlog.
Per tutti noi era un'operazione molto rischiosa, lo sapevamo benissimo. A Tiki Taka ebbi a disposizione 35 appuntamenti e la costruzione avvenne in tre mesi. Qui con sole tre puntate l'accelerazione è stata più breve. L'ultima è stata bella, emozionante, divertente e curiosa. Avessi avuto altri tre mesi, il programma sarebbe venuto su ancora meglio. Basterebbe osservare la prima puntata di ogni trasmissione che io abbia mai fatto e confrontarla con l'ultima. Sono sempre robe diverse, perché certe cose le capisci in corso d'opera, solo vivendole.
Piero Chiambretti oggi: "Adesso sparisco nel nulla"
La televisione di oggi è diversa da quella del passato. Prima "si realizzavano tre puntate zero e solo poi si andava in onda", mentre ora "la prima è la prova generale, la seconda è una prima ma con un qualcosa da registrare e la terza la prima vera puntata". Il presentatore torinese è certo che "un programma va testato sul campo" e considera vinta la sua scommessa per proporre qualcosa di "inedito, senza gare, schiamazzi, scandali e gossip, dove i bambini sono stati trattati da persone intelligenti". Ma c'è speranza per il futuro perché il progetto La Tv dei 100 e uno è a medio termine.
L'idea era quella di fare una trasmissione di questo tipo, di buoni sentimenti, che uscisse dalla logica di una tv volta ad una comunicazione aggressiva. L'altro obiettivo era inoltre quello di venderlo, con una esportazione all'estero che è già partita. La mia visione era in questi termini, volevo costruire un mio format, al di là dei numeri, che per me sono stati ottimi, in quanto realizzati dentro ad una rete abituata ad altro. La Tv dei 100 e uno è un programma di alta qualità, non si vince niente e non si spoglia nessuno. Prova che si può fare una televisione più serena e con buoni concetti.
Cosa farà adesso Chiambretti? È tornato in tv con la pretesa di non voler insegnare niente a nessuno perché i suoi programmi, nati per essere una provocazione, "hanno sempre diviso e spaccato". Per l'immediato futuro, il discorso è diverso.
Sparisco nel nulla, lascio tutta la televisione a chi la sa fare e al pubblico che vuole altre proposte. Se tornerò, lo farò con questo programma. Non lascio la tv, molto più semplicemente aspetto un'eventuale conferma di questo esperimento o un'idea che attualmente nemmeno cerco. Ho fatto una trasmissione che ritengo buona, se interessa si rifà, se non ci riesco sono comunque felicissimo di averla fatta. La Tv dei 100 e uno mi ha cambiato la pelle.
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