Matteo Salvini contro Fabio Fazio: lo scontro continua. Come annunciato nel corso di un'intervista al quotidiano La Verità, il ministro dell'Interno e leader della Lega ha rifiutato con parole sprezzanti l'invito del conduttore a partecipare ad una puntata speciale di Che tempo che fa. In occasione delle elezioni europee del 26 maggio, Fazio sta infatti organizzando per domenica 5 maggio un appuntamento della sua trasmissione tutto dedicato al voto europeo. Ci saranno gli altri tre principali leader, ovvero Luigi Di Maio (Movimento 5 Stelle), Nicola Zingaretti (Partito Democratico) e Silvio Berlusconi (Forza Italia). Ma Salvini non ci sarà.
Salvini Fazio, nuovo scontro: violata la par condicio
“Trovo immorale – ha detto Salvini – che ci siano stipendi pagati da un'azienda pubblica che arrivano a milioni di euro. L'offerta è sempre valida. Se annuncia la disponibilità a ridursi il compenso, corro in ginocchio. Altrimenti potrei andare con la giacca della polizia così Saviano mi può querelare”. Un'autentica provocazione quella del vicepresidente del Consiglio, che violerebbe in questo modo le regole della par condicio. D'altronde non è la prima volta che Salvini si scaglia contro Fazio.
Proprio alla Convention della Lega nel Lazio, durante la quale sono trapelati rumors che vogliono Che tempo che fa via da Rai1 nella prossima stagione, il "capitano" del Carroccio ha ribadito: “Le regole della par condicio prevedono che da Fazio ci debbano andare i quattro leader. Penso che per coerenza e rispetto agli italiani io da Fazio non ci andrò a meno che non si dimezzi lo stipendio”.
Fabio Fazio, Che tempo che fa e stipendio: il no di Salvini
Quando è stato ospite al Maurizio Costanzo Show, Salvini ha spiegato la sua avversione a Che tempo che fa così: “Io non ho nulla contro Fabio Fazio. Guadagna 4milioni di euro all'anno per fare campagna elettorale. Non è un mio problema. Non lo invidio, gli auguro buona fortuna”. Il vice-premier ha raccontato di essere stato invitato da Fazio più volte e di aver rifiutato "per coerenza" perché “non è corretto che ci siano stipendi nel pubblico di quella maniera”.
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