Nonostante il suo passato da fervente anti-berlusconiano, Michele Santoro è uno dei pochi giornalisti italiani che in queste ore non si sta scandalizzando per l'intervista rilasciata dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov a Zona Bianca. Il colpaccio del talk di Rete 4 ha sollevato un vespaio di polemiche tra critiche feroci e accuse al veleno piovute addosso al conduttore Giuseppe Brindisi da parte di colleghi e politici, in primis Mario Draghi. Per l'ennesima volta la voce di Santoro è fuori dal coro e difende quello che il direttore generale di Mediaset Mauro Crippa ha definito "un documento che fotografa la storia contemporanea".
Intervista Lavrov a Zona Bianca: Santoro difende Brindisi
In un'intervista concessa a Laura Rio per Il Giornale, Michele Santoro sottolinea che il mancato contradditorio non è il vero problema: quella di Zona Bianca è stata un'autentica esclusiva e come tale va interpretata.
Era uno scoop. Qualunque giornalista l'avrebbe voluta fare. Io per primo. Se avessi la possibilità di intervistare Matteo Messina Denaro non mi tirerei certo indietro.
Secondo Santoro, nella stessa serata ospite di Massimo Giletti a Non è l'Arena con ottimi dati d'ascolto, la causa delle polemiche sollevate dall'intervista non sta nelle parole di Lavrov o nella conduzione di Brindisi.
Si può dire che ha fatto male l'intervista. Ma dietro l'indignazione ci sono motivazioni politiche, c'è il bellicismo delle parole che nasconde la sostanziale impotenza dei nostri politici: l'Italia è una ruota del carro, le armi vere le stanno inviando gli americani.
Al posto del collega di Mediaset, contestato per le dichiarazioni del numero due di Putin sulle origini ebraiche di Hitler, lui avrebbe fatto altre domande.
Non mi sarei soffermato sulla questione degli elementi nazisti tra gli ucraini, piuttosto avrei cercato di fare dire a Lavrov le condizioni per porre fine a questa guerra, per il compromesso.
Michele Santoro: pace in Ucraina "dalla parte del Papa"
Poco importa che ci sia qualcuno che ipotizza l'amicizia di vecchia data tra Putin e Berlusconi dietro l'intervista a Lavrov: Santoro non ne fa un problema.
Anche se fosse non ci troverei niente di scandaloso, un giornalista deve usare ogni mezzo a sua disposizione per arrivare all'obiettivo. Piuttosto, al solito, chi intervista un nemico viene considerato complice del nemico per zittirlo perché la stampa italiana è schierata con le posizioni interventiste.
Per queste sue posizioni in difesa della libertà d'espressione, Santoro è finito nel calderone dei "putiniani d'Italia". Il giornalista, tuttavia, si dice "dalla parte del Papa".
Vogliamo che l'Italia spezzi le catene che ci legano alla strategia americana e si metta in prima linea nell'attività diplomatica. Bisogna mettersi al tavolo con Putin come ha detto Macron.
Per chi l'avesse persa, l'intervista a Sergej Lavrov a Zona Bianca è disponibile su MediasetPlay.
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