Dagospia sgancia la bomba: i vertici di Mediaset stanno pensando di chiudere il Pomeriggio Cinque di Myrta Merlino, ma non sanno come fare. Il sito di Roberto D'Agostino fa sapere che "le principali difficoltà sono legate ai contratti già firmati con gli inserzionisti pubblicitari". Ma non solo: la faccenda è complicata da altri fattori. Sempre economici: non bisogna dimenticare che per strappare la giornalista a La7, il Biscione ha offerto uno stipendio d'oro.
Pomeriggio 5, ascolti disastrosi e contratti blindati
Non si conoscono le cifre ufficiali del cachet della conduttrice, ma stando alle indiscrezioni trapelate si parla di cifre simili a quelle della sua preceditrice Barbara d'Urso: oltre 1,7 milioni di euro all'anno. Numeri imbarazzanti guardando agli ascolti di Pomeriggio Cinque, fermo ad una media del 15% scarso di share e costantemente stracciato dal competitor La vita in diretta, che totalizza una media giornaliera oltre il 20%.
Non piacciono nemmeno i recenti scivoloni di Myrta Merlino. Commentando il caso dell'uomo di 67 anni che ad Alessandria ha ucciso la moglie, la suocera e il figlio 17enne prima di togliersi la vita, la presentatrice ha definito "molto interessante" la ricostruzione del movente della strage fatta da un'amica della famiglia: gli omicidi sarebbero avvenuti per "troppo amore"."Forse quell'uomo ha ucciso figlio, moglie e suocera per il troppo amore, pensando in qualche modo di proteggerli con la morte", ha commentato la Merlino.
Myrta Merlino: Mediaset medita già il divorzio?
La giornalista non si è scusata per queste dichiarazioni né ha espresso un chiarimento, mentre Mediaset e i suoi profili social continuavano a ricevere messaggi e tweet di utenti indignati e fortemente critici per quanto sentito a Pomeriggio Cinque. Ma al di là dei singoli episodi, è proprio la rinnovata formula del contenitore pomeridiano di Canale 5 a non convincere nemmeno più chi l'ha voluta.
Un'analisi puntuale e inappuntabile di quello che sta succedendo a Mediaset la fornisce Carlo Freccero. Intervistato da Maurizio Caverzan su La verità, il massmediologo motiva la lotta al trash di Pier Silvio Berlusconi come una mossa per lanciare un network europeo di tv generaliste, "l'unica strada per reggere alla concorrenza delle piattaforme". Peccato che l'approccio e gli interpreti siano completamente sbagliati.
Non basta sostituire gli influencer con i giornalisti affermati per rendere il programma più autorevole. Le prestigiose Cesara Buonamici e Myrta Merlino sono fuori contesto. In più, mi spiace dirlo, mancano di quella vocazione nazional-popolare che fa scattare nei programmi generalisti l'identificazione del pubblico.
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