Fuori Marco Tardelli e Fulvio Collovati, Eraldo Pecci e Domenico Marocchino. Dentro due donne: l'ex calciatrice e attuale allenatrice della Lazio Carolina Morace e la giornalista Lia Capizzi. È il cambiamento più significativo imposto alla Domenica Sportiva da Alessandra De Stefano, la direttrice di Rai Sport, per la stagione 2022-2023 dello storico programma di Rai 2. Ci sarà anche un nuovo conduttore alla guida della trasmissione.
La Domenica Sportiva, conduttori cambiano: la scelta discussa
Il posto occupato da Jacopo Volpi per tre stagioni viene lasciato ad Alberto Rimedio, la "voce" delle partite della Nazionale italiana di calcio. Volpi passa alla conduzione di un programma nuovo di zecca, Tuttogoal, collocato in palinsesto nella serata di venerdì e curato dallo stesso giornalista romano. A L'altra DS sono confermati Cristina Caruso e Tommaso Mecarozzi.
A far discutere è la scelta di Lia Capizzi nel ruolo di opinionista. Non per le qualità della giornalista, un passato tra radio private, Mediaset, Radio Rai e Sky Sport, ma per la scelta di De Stefano di avvalersi di una risorsa esterna all'azienda per uno dei suoi programmi di punta.
"Una decisione che riteniamo grave perché contraddice gli accordi firmati solo un mese fa tra azienda e sindacato per la valorizzazione delle risorse interne prevedendo l'utilizzo di giornaliste e giornalisti Rai anche come opinionisti per i temi di loro competenza", fanno sapere in una nota Usigrai e il comitato di redazione di Rai Sport.
Lia Capizzi, Rai nella bufera per l'arrivo alla DS
Se Carolina Morace è stata la prima allenatrice della storia ad aver allenato una squadra maschile, Capizzi è stata la prima commentatrice di partite di calcio di Serie A in Italia. Non solo: segue quasi tutti gli sport, dall'atletica e il nuoto al tennis e il rugby, tanto che insieme ai fratelli Mauro e Mirco Bergamasco ha scritto per Rizzoli il libro Quelli del rugby.
La nota di Usigrai e cdr di Rai Sport si domanda se la direttrice De Stefano "si è accertata che non vi fosse alcun giornalista interno in grado di ricoprire quel ruolo prima di procedere ad una nuova contrattualizzazione, con un aggravio di costi per l'azienda".
Quello che appare è che il vertice aziendale con queste scelte delegittima colleghe e colleghi di un'intera testata, senza comprendere che lo sport è oggi un settore centrale per il Servizio Pubblico, come dimostra il percorso di inserimento nella Costituzione italiana. Onestamente ci sfugge la coerenza di un vertice che autorizza nuovi contratti esterni mentre blocca i necessari investimenti per altri principali progetti di sviluppo della Rai.
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