Hatsuharu Soma, detto anche Haru, è un ragazzo di 15 anni e si presenta con capelli naturalmente bianchi con radice nera, una colorazione che dipende dal suo trasformarsi in bue per via della maledizione. Solitamente vestito con abiti in stile gotico, ha tre piercing per orecchio.
La sua personalità è difficile da definire in quanto doppia. A volte è rilassato e gentile con tutti, altre può diventare iroso e violento. Prova istintivamente una forte antipatia per Kyo con il quale è in costante competizione.
In famiglia viene infatti considerato come lo stupido perché secondo la mitologia il topo arrivò per primo perché si fece trasportare dal bue che lo portava sulla testa.
Cose che non tutti sanno di Hatsuharu Soma
Questa è l'immagine del personaggio
- A causa della maledizione si trasforma in bue e questa influenza lo rende spesso ambivalente riflettendosi anche sul colore dei suoi capelli che sono sia bianchi che neri.
- Haru è innamorato di Rin con la quale ha una relazione.
- HatsuHaru Soma non ha il senso dell'orientamento e finisce con il perdersi facilmente.
- A scuola veniva spesso preso in giro per via dei suoi capelli ed il modo di vestire così come i suoi piercing, per certi versi, sono stati un tentativo di ribellione.
- Secondo l'autore di Fruits Basket, Haru ha un modo strano di ragionare, cosa che viene spesso evidenziata anche da Rin.
Analisi del personaggio
Haru è un ragazzo solitamente tranquillo, di indole gentile e quasi sempre rilassato. Purtroppo per via dell'influenza che il bue ha su di lui, quando si arrabbia o perde le staffe tende a passare all'esatto opposto, diventando furioso, maleducato e persino crudele. Questo modo di fare avviene se viene provocato o quando gli accade qualcosa di traumatici.
A parte questo, quando è in se, tende a mettere gli altri prima di tutto, dimenticandosi quasi di se stesso, fino ad arrivare ad un passo dall'esaurimento nervoso.
Fin da bambino non ha il senso dell'orientamento tanto che da piccolo doveva essere accompagnato persino in bagno. Il rischio, altrimenti, era quello di perdersi e di sparire anche per giorni.
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