Le maglie della censura cinese si fanno sempre più strette e questa volta, a rimanerci impigliato, è il mondo degli anime giapponesi. Il Ministero della Cultura cinese, infatti, avrebbe deciso di denunciare alcune delle maggiori aziende di streaming del paese per aver diffuso anime giapponesi inappropriati.
Il governo di Pechino avrebbe dichiarato guerra a siti di streaming come Tencent, Youko e Toudo, accusandoli di divulgare materiale pornografico e d'istigazione alla violenza giovanile.
In particolare, le serie da censurare sono tre, ritenute veicoli di trasmissione di violenza, terrorismo e pornografia e per questo inseriti nella lista di contenuti vietati.
La prima è Blood-C, che racconta di una ragazza che la notte lotta contro le creature maligne che infestano la città e finita nel mirino delle autorità cinesi per alcune scene di violenza troppo esplicita.
Il secondo anime contro cui il governo cinese si è scagliato è High School oh the Death, serie animata in cui gli studenti di una scuola superiore giapponese combattono contro gli zombie, regalamndo alcune sequenze piuttosto esplicite.
Infine c'è Zakyou no terror ("Il terrore dell’eco", dal regista di Cowboy Bebop), che ruota attorno al tema del terrorismo.
Oltre alla censura dei siti di streaming, il governo cinese pare inoltre intenzionato a incentivare la produzione nazionale di serie d’animazione, aumentando di fatto la propria autarchia anime dopo che una legge del 2006 aveva imposto che il 60% dei cartoni animati presenti nei palinsesti televisivi fosse appunto di origine cinese.
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