Un blogger russo, Ruslan Sokolovsky, ha lanciato un appello contro il suo arresto dopo essere stato messo in detenzione preventiva a Yekaterinburg con la presunta accusa di aver giocato a Pokémon Go all'interno di una chiesa. Il ragazzo 21enne avrebbe poi postato un video lo scorso 11 agosto, in cui lo si vede giocare nella Chiesa di Tutti i Santi. Sarebbe poi stato accusato di "incitamento all'odio e attacchi alla libertà di fede".
Sokolovsky dovrà probabilmente rimanere in prigione fino a novembre, in attesa della sentenza definitiva. Se giudicato colpevole potrebbe dover scontare fino a 5 anni di reclusione.
Il ragazzo è un blogger piuttosto seguito e uno youtuber russo apprezzato, che spesso utilizza i video del suo canale (che al momento può contare quasi 300 mila iscritti) per parlare della politica del suo paese e denunciare la poca libertà di espressione presente in Russia.
L'accusa di cui è incriminato, cioè di "incitamento all'odio e attacchi alla libertà di fede", è esattamente la stessa del noto caso delle Pussy Riot, il gruppo di tre ragazze condannato poi con due anni di prigione per aver registrato un video musicale all'interno di una chiesa di Mosca.
Per quanto riguarda Pokémon Go, la Russia non è certo il primo Paese ad aver mostrato segnali di intolleranza verso il famoso gioco. Come avevamo infatti già avuto modo di raccontarvi in un precedente articolo, l'app è stata ufficialmente bandita in Iran, ufficialmente a causa di problemi di pubblica sicurezza. Ma non solo: lo sviluppatore di Pokémon Go, Niantic Labs, ha in seguito disabilitato il gioco anche all'Hiroshima Peace Memorial Park in Giappone a all'Holocaust Memorial Museum di Washington in agosto.
Fonte: ANN
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