È uno dei film più attesi alla Berlinale di quest’anno, passa in concorso Queen of the Desert, pellicola ispirata alla storia di Gertrude Bell, esploratrice e archeologa di origine inglese che visse gran parte della sua vita nel deserto a contatto con i beduini. Ma l’attesa non è solo per la storia per il connubio artistico che si è realizzato per quest’opera: infatti il film vede alla regia il maestro tedesco Werner Herzog, uno dei principali esponenti del Nuovo Cinema Tedesco (ricordiamo che in questa edizione di Berlino verrà consegnato all’altro grande nome tedesco, Wim Wenders, l’Orso d’oro alla carriera) e l’attrice hollywoodiana Nicole Kidman. Forse, possiamo dire, che con questo film prende veramente avvio il Festival di Berlino visto la delusione, e le critiche dure della stampa, al film d’apertura, Nessuno vuole la notte di Isabel Coixet. Il film di Herzog, nonostante l’uso di attori di primo piano e di rilievo internazionale, insieme alla Kidman ci sono anche James Franco (che vedremo anche nel film di Wenders, Everything will be fine, e ancora in concorso con l’opera di Damian Lewis Io sono Michael) e Robert Pattinson, riprende i temi del maestro tedesco: la differenza tra la verità e il fatto, che spesso ha portato i lavori di Herzog a sfiorar il documentario Fitzcarraldo o Little Dieter Needs to Fly. Nicole Kidman qui è la figlia di una ricca famiglia con una voglia matta di vedere il mondo, stanca di sentirselo raccontare inizia un pellegrinaggio che la porterà all’ambasciata di Teheran dove incontrerà l’uomo che sarà la sua metà Henry Cadogan (James Franco), metà non solo ideale ma anche concreta simboleggiata da una moneta spezzata che l’uomo gli regalerà. Amore troppo breve e doloroso che Gertrude colmerà iniziando a esplorare il deserto mediorientale imparando a conoscerlo e a ricavarne ricchezza interiore e forza ma anche un patrimonio di conoscenze che diventeranno essenziale per l’Impero Britannico durante la Prima Guerra Mondiale. Inevitabile sarà per Gertrude l’incontro con un altro strano personaggio, Robert Pattinson, che altri non è che Lawrence d’Arabia. Insomma, un film che segna una nuova evoluzione nel cammino professionale, e poetico, di Werner Herzog che, ricordiamolo, di questo film è anche direttore della fotografia per perfettamente cattura in panorami selvaggi e una Kidman che sembra ritrovare una bellezza fresca e autentica.
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