La cena di Natale è il sequel di Io che amo solo te, una pellicola che la famiglia Lucisano ha voluto fortemente: "Non solo come produttori, ma anche come spettatori avevamo voglia di vedere un sequel perché volevamo sapere più di quei personaggi e lavorare ancora con questo bellissimo gruppo" spiega Federica.
"È nato tutto molto spontaneamente," racconta Bianchini. "Mentre presentavo "Io che amo solo te" in giro per l'Italia, capivo che i personaggi che raccontava erano molto amati e seguiti da tutti. Il secondo libro è nato da un suggerimento di Marco, e l'ho scritto di getto: e siccome è piuttosto breve, per il film ci siamo dovuti inventare delle cose, abbiamo dato più vita e respiro ai vari personaggi".
"Nel caso di Io che amo solo te abbiamo semplicemente adattato il romanzo, mentre per La cena di Natale abbiamo tenuto da conto sia il libro di Luca che i cambiamenti alla storia e ai personaggi fatti nel primo film. In più, come dice Luca, abbiamo capito che questi personaggi erano diventati una proprietà collettiva e che anche gli attori diventavano autori delle linee narrative dei loro personaggi", conferma Ponti.
"Anche in questo film Damiano continua con le sue scappatelle," dice Riccardo Scamarcio. "È stata per noi una scelta consapevole quella di caricare Damiano del peso di essere portatore del conflitto nella storia: riprendendo la migliore tradizione della commedia all’italiana, che metteva in scena vizi e malcostume del nostro paese ipocrita, abbiamo cercato di creare un personaggio controverso. Per me come attore è stato difficile e interessante: perché, nonostante i suoi comportamenti, dovevo cercare un empatia tra lui e il pubblico attraverso l’ironia".
Laura Chiatti era curiosamente davvero incinta quando ha girato il film: "Ero preoccupata di non essere fisicamente in grado di fare il film, e non solo per i 14 chili che ho preso: ma devo dire che alla fine è andato tutto bene. Il tradimento, comunque, è una cosa orrenda a prescindere, e ovviamente in una condizione del genere lo è ancora di più. Non so se perdonerei: forse la cosa migliore sarebbe non scoprirlo, altrimenti è davvero dura".
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