Lo sguardo esplora l’interno dell’antico campanile di una Chiesa, avvolto nella penombra e popolato da ingranaggi arrugginiti. La luce filtra da un orologio rotto, attraversato da volatili curiosi che hanno costruito lì il loro nido. Incanta, tra poesia e mistero, la scena iniziale di Everybody Knows (titolo originale Todos lo Saben), il film che ha aperto la 71° edizione del Festival di Cannes, atteso in 350 sale a partire dal 9 Maggio. Il regista Asghar Farhadi, premio Oscar di Una Separazione e Il Cliente ha scelto Javier Bardem e Penelope Cruz come protagonisti della sua storia dal sapore più occidentale, ambientata interamente in Spagna. "Mi piace come Penelope e Javier gestiscono il lavoro. Sono una famiglia armoniosa, simbolo di una coppia felice e innamorata, ed è bello vedere come siano in grado di separare lavoro e vita privata” ha detto il regista alla stampa del festival francese.
Everybody Knows: la trama del film
Penelope Cruz interpreta Laura, una donna sposata con due figli che, dall’Argentina, si reca in un piccolo centro immerso nella campagna spagnola per il matrimonio della sorella. La sua famiglia è numerosa e apparentemente unita. Durante l’affollato ricevimento, Laura si accorge che la figlia di sedici anni è scomparsa nel nulla, mentre il fratello più piccolo dorme nella stessa stanza ma non ha sentito alcun rumore. In un attimo un allegro giorno di festa si trasforma in un incubo, mentre il passato scalpita per tornare e risvegliare alcuni sentimenti dimenticati. Il marito di Laura, Alejandro, è rimasto a Buenos Aires per problemi economici, mentre Paco, il suo primo amore che ora gestisce una vigna e ha una buona posizione, aiuta la donna a scoprire la verità e salvare la giovane vittima, senza coinvolgere le forze dell’ordine.
Everybody Knows: Penelope Cruz e Javier Bardem in conferenza stampa a Cannes
Farhadi sceglie la formula del thriller psicologico richiamando i suoi lavori precedenti, e porta sullo schermo un dramma familiare intrigante, giocato molto sulle emozioni dei vari personaggi coinvolti. “Asghar ascolta gli altri: è una persona che vede oltre, ha un detector per le bugie e la falsità. E poi vuole imparare, cattura i piccoli dettagli, è una continua fonte di ispirazione” ha detto la Cruz che qui si misura con il ruolo di una madre distrutta dal dolore, anche se a tratti la sua interpretazione risulta troppo carica. Colpa della scrittura che descrive la disperazione del personaggio in modo teatrale, cadendo a volte nell’esagerazione che non aiuta il tono drammatico, bensì lo spinge sulla soglia del ridicolo. Più composta e verosimile la personalità di Javier Bardem nei panni di Paco, un lavoratore umile e onesto, che ha conosciuto l’amore, ma viene travolto da una confessione imprevista e dirompente. Tuttavia la coppia iberica condivide il set con successo, trasmettendo allo spettatore un’alchimia passionale e complice che aiuta il film a reggere il ritmo. “Io e mia moglie sappiamo come separare realtà e fantasia, altrimenti sarebbe impossibile lavorare insieme. Non è difficile, da una parte devi metterci impegno, ma la vita reale ci aiuta a calarci meglio nella finzione” ha dichiarato l’attore che ha lavorato di recente con la consorte nel biopic Escobar - Il Fascino del Male. Accanto a loro un cast di supporto indovinato come Ricardo Darìn nei panni di Alejandro, e Barbara Lennie come Bea (moglie di Paco).
Everybody Knows, i personaggi del film
I personaggi di Everybody Knows non sono giudicati, ma appaiono di fronte alla telecamera semplicemente come sono, con le loro colpe, le loro fragilità e i loro desideri. L’amore è sommesso, mentre si fanno largo la disperazione, il dolore, il rimpianto e l’avidità, ponendo alcuni interrogativi sulla dimensione morale della storia. In particolare il regista iraniano ha una personale capacità di costruire personaggi femminili affascinanti e ricchi di sfumature. Oltre a Laura, Bea è una donna forte, che sostiene Paco con razionalità, senza dimenticare la sua femminilità e il suo amore. E anche le sorelle di Laura, così diverse ma così unite, comunicano il loro punto di vista con un semplice sguardo, ed esprimono solidarietà. Fin dalle prime scene l’inquadratura è invasa da molti personaggi che il regista segue con attenzione, trovando ad ognuno un compito preciso.
Everybody Knows: Asghar Farhadi pop non convince
La sceneggiatura procede intorno al dubbio, come quei thriller “da camera” in cui si consuma un delitto all’interno di una comunità circoscritta e il pubblico è chiamato a ricostruire l’accaduto per giungere al colpevole. Le verità nascoste sono i pilastri della narrazione, benzina dei numerosi dialoghi, responsabili di un film troppo didascalico. Il regista prende per mano lo spettatore spiegandogli ogni azione e ogni parola dei suoi protagonisti, appesantendo il ritmo del film e aumentandone inutilmente la durata. Tuttavia la storia, passando dal noir al dramma, analizza anche l’identità genitoriale, come ha sottolineato il regista: “Il film parla della relazione padre-figlia, riflette sull'idea di proprietà, sulla lealtà e sul significato di paternità. Chi è il vero genitore: quello che ti concepisce o quello che ti cresce?”. Si nota la firma di Farhadi, anche se la sua poetica non trova un pieno compimento, realizzando un film sterile che, tuttavia, regala momenti emozionanti come il finale raffinato e alcuni confronti silenziosi che celebrano il non detto, di cui il film aveva più bisogno.
Nonostante una regia ammaliatrice e ambiziosa, Farhadi non offre un prodotto all’altezza della sua filmografia, corrompendo la sua natura autoriale con la tentazione di una forma più “commerciale”. La buona sceneggiatura a volte si lascia andare al superfluo o accenna dettagli che poi non approfondisce, lasciando in sospeso la narrazione. Il regista iraniano però riesce a descrivere in modo verosimile un paese e una tradizione che non gli appartiene, non solo per l’ambientazione, ma per le dinamiche interne di una famiglia catalana, rumorosa, passionale e istintiva. Everybody Knows non convince pienamente, confermando che Asghar Farhadi funziona meglio quando gioca in casa e non si allontana troppo dalle sue radici. Un film da vedere, anche se il pubblico che ha ammirato il lavoro del regista fino ad oggi noterà dei punti deboli e una forma diversa, soggetta a critiche e ripensamenti.
Voto: 7
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